Sabato 28 settembre doppio evento alla Pinacoteca di Brera: l'appuntamento serale di "Una notte al museo" coincide con la celebrazione delle "Giornate europee del patrimonio".
Il museo resterà quindi aperto gratuitamente dalle 8.30 alle 23.15 (chiusura biglietteria 22.40) e dedicherà la giornata ai beni culturali del territorio affidato alla Soprintendenza di Milano.
Presso la Sala della Passione gli storici dell'arte di Brera introdurranno al pubblico l'attività di tutela quotidianamente e attivamente svolta anche nei confronti del patrimonio culturale della Lombardia Occidentale. In due sessioni a partire dalle ore 11.00 e successivamente dalle 15.00 verranno presentati casi interessanti di restauri su opere d'arte vincolate, realizzati sotto la supervisione della Soprintendenza. Per una volta la Pinacoteca accoglie immagini e notizie riguardanti non solo le opere musealizzate, ma anche quelle ancora conservate nelle sedi originarie (chiese, conventi, cappelle, dimore private ecc.), allo scopo di sensibilizzare il pubblico verso un patrimonio, quello lombardo, davvero singolare e straordinario non solo per ricchezza ma soprattutto per vastità e varietà.
PROGRAMMA INTERVENTI
Sala della Passione: ore 11.00-13.30
Ilaria Bruno, Pittura murale in S. Ambrogio a Sulbiate (MB), secc. XIII-XV
Dell'antico oratorio di S. Ambrogio, di fondazione benedettina (X-XI secolo), si conservano parte dell'architettura originaria e un interessante gruppo di affreschi, eseguiti in varie epoche e resi più leggibili da una recentissima campagna di restauro. La loro presentazione a Brera sarà un invito alla visita della chiesa e alla visione diretta del suo apparato decorativo.
Cristina Quattrini, Il restauro interrotto del Compianto in terracotta della chiesa del Santo Sepolcro di Milano, (secondo decennio del XVI sec.)
Il restauro con fondi ministeriali del Compianto in terracotta della chiesa del Santo Sepolcro di Milano, tradizionalmente attribuito ad Agostino Fonduli, ha permesso di accertare che esso è in realtà il risultato della ricomposizione, avvenuta in epoca controriformistica, di pezzi provenienti da due distinti gruppi realizzati da due diversi scultori. Il restauro è stato effettuato da Fabio Bevilacqua sotto la direzione di Carlo Birrozzi, Matteo Ceriana e Cristina Quattrini. L'intervento è stato preceduto da una campagna di monitoraggio e rimozione dei sali effettuato da Massimo Valentini del Laboratorio di fisica Tecnica Ambientale del Politecnico di Milano (FITBEC) e da Marco Realini e Chiara Colombo dell'Istituto per la Conservazione e la valorizzazione dei Beni Culturali del CNR (ICVBC). Ad oggi il restauro non è ancora concluso a causa di mancanza di fondi.
Francesca Debolini, La predella del coro della Parrocchiale di Somaglia Lodigiana (Lo) attribuita ad Albertino Piazza, (secondo decennio del XVI sec.)
La Parrocchia, riedificata grazie al mecenatismo dei Conti Cavazzi della Somaglia, è dotata di arredi di eccezionale rilevanza. Accanto ai teleri della Giudecca di Sebastiano Ricci e Angelo Trevisani – deposito esterno della Pinacoteca di Brera – Santa Maria Assunta vanta importanti elementi di arredo provenienti dalla chiesa soppressa di San Giovanni alle Vigne a Lodi, canonica degli Umiliati in seguito passata ai Barnabiti, fra i quali il frammento di polittico. Oggetto di un recente complesso restauro, la tavola attribuita a Albertino Piazza testimonia il perdurare della ricezione delle invenzioni leonardesche nella cultura locale.
Isabella Marelli, Le Sibille e i Profeti di Giulio da Oggiono nel Santuario di Saronno (Va), (metà del XVI sec.)
Oltre agli affreschi di Bernardino Luini ed ai gruppi lignei di Andrea da Corbetta raffiguranti il Cenacolo e il Compianto sul Cristo morto, il Santuario di Saronno custodisce anche le venti statue delle Sibille e dei Profeti di Giulio da Oggiono. Collocate nel tamburo della cupola, che finora ne ha reso difficile la visione e la conservazione, le sculture sono state oggetto di un lungo intervento di restauro che ha restituito stabilità alla materia lignea e recuperato la multicolore policromia delle vesti.
Letizia Lodi, Restauri nella cappella dell'Angelo custode nella chiesa di S. Maria del Carmine a Pavia: dipinti murali di Bernardino Lanzani (metà XVI sec.) e la pala di Sebastiano Ricci (fine XVII sec.)
La Chiesa di Santa Maria del Carmine di Pavia, fra le più importanti della città, conserva testimonianze pittoriche e scultoree rinascimentali e cinquencentesche. I restauri, iniziati nel 2006 e finanziati con fondi europei, statali e di sponsor privati, hanno interessato la struttura architettonica gotica, la facciata in cotto, molte delle cappelle affrescate e numerosi polittici, come le tavole di Bernardino Lanzani. Sarà illustrato soprattutto il complesso intervento alla Cappella dell'Angelo Custode, già dedicata a Santa Lucia e successivamente passata al giuspatronato di Giacomo Ricci, committente degli affreschi, ora restaurati, di Bernardino Lanzani, raffiguranti Storie della Vergine (fine del primo decennio del XVI secolo); sono state recuperate anche le colonne dipinte a finti marmi mischi e la splendida pala d'altare di Sebastiano Ricci, raffigurante l'Angelo custode (1691-1694). Verrà inoltre illustrato il restauro degli affreschi (fine XV-inzio XVI secolo) delle colonne della navata centrale, in parte ancora inediti e in corso di studio.
Sala della Passione: ore 15.00-17.30
Cecilia Ghibaudi, La Sacra Famiglia di Marcello Venusti nel Santuario della Beata Vergine delle Grazie, Grosotto (So), (settimo decennio del XVI sec.)
La tela di Marcello Venusti raffigurante la Sacra famigliarisulta essere una versione posteriore dell'analogo dipinto su tavola conservato alla Galleria Borghese di Roma. Nell'opera, che appartiene all' ultima produzione dell'artista, si leggono echi della produzione michelangiolesca unita al recupero della lezione di Raffaello. Era destinata al santuario valtellinese ove membri della famiglia Venosta avevano avuto e conservavano ancora un influente ruolo nelle scelte riguardanti la gestione chiesa.
Raffaella Bentivoglio, La Conversione di San Paolo, ambito bolognese (già attribuito a Lorenzo Costa il Giovane), Chiesa parrocchiale di Sant'Ambrogio a Casalmorano (CR) (fine XVI secolo)
Il dipinto, deposito esterno della Pinacoteca di Brera, proviene dalla chiesa del convento delle suore Angeliche di Santa Marta a Cremona, affiliate alle stesse religiose che avevano fondato la chiesa e il convento di San Paolo Converso a Milano, a loro volta legate ai chierici regolari di San Paolo detti anche barnabiti. Il soggetto rappresentato si lega dunque in forma diretta al culto tributato al santo dall'ordine e alla diffusione della sua particolare iconografia da parte delle suore. Sotto il profilo stilistico l'opera, di altissima qualità ancorché anonima, costituisce una precoce adesione alla nuova maniera, classicista e naturalista insieme, propugnata dal bolognese Annibale Carracci, a partire dagli anni Ottanta del Cinquecento, così come evidenziato dall'ultimo restauro che, recuperandone luce e colore, le ha restituito l'originario impatto emotivo.
Paola Strada, Due restauri per una mostra: Noli me tangere di Fede Galizia e Cristo nel sepolcro adorato da santi del Cerano, Pinacoteca di Brera (inizio XVII sec.)
La mostra che il museo sta per inaugurare, dedicata alla pittura del Seicento lombardo, ha consentito il recupero di due importanti pale d'altare, con l'occasione ritirate dal deposito esterno della chiesa milanese di Santo Stefano per poter procedere al restauro. Il breve intervento intende mettere a fuoco un po' di storia delle collezioni, aspetti di tutela, strategie per una mostra, sinergie virtuose di privati. L'operazione infatti è stata possibile grazie al generoso contributo di due sponsor.
Marina Gargiulo, Il coro ligneo della parrocchia di Sant'Antonio Abate alla Pianca di San Giovanni Bianco (Bg), (prima metà del XVIII sec.)
Realizzato da anonimo e abile intagliatore il coro ligneo della parrocchiale della Pianca di San Giovanni Bianco, recentemente restaurato dal laboratorio di Gianbattista Gritti, in collaborazione con la restauratrice Roberta Grazioli, narra negli intarsi delle sue formelle vivacemente dipinte episodi tratti dalla vita di Sant'Antonio Abate.
Sandra Sicoli, proiezione del video del restauro della veste per simulacro di Madonna della parrocchia della Natività della Beata Vergine Maria, Torre S. Maria (So), (prima metà del XVIII sec.; 1735-1745)
La Veste è parte di un più ampio corredo del simulacro in legno (manichino) della Madonna del Carmine. Si tratta di una tipologia, quella delle "Madonne vestite", statue addobbate con abiti veri, che ebbe larga diffusione in tutta l'Europa cattolica e in America Latina, nel corso del Sei e Settecento. L'abito che si presenta è composto da più elementi: una gonna, un corpetto e una coppia di maniche staccate, eseguiti in gros de Tours broccato. Si tratta di un tessuto di grandissimo pregio di provenienza francese realizzato intorno al 1735-45 a Lione. La qualità della stoffa e la confezione dell'abito, originale e accurato nei dettagli, rimandano a una committenza raffinata e facoltosa. L'intervento conservativo è stato condotto dal Laboratorio di restauro tessile dell'abbazia benedettina "Mater Ecclesiae" dell'Isola di San Giulio, sul lago d'Orta (Novara). Si è trattato di un restauro meticoloso, eseguito con la consapevolezza ed il rigore di mani abituate a lavorare con pazienza sulle stoffe: una vicenda affascinantissima.
Daniele Pescarmona, Lavori in corso nel gabinetto dei disegni della Pinacoteca di Brera.
Info: Ufficio Comunicazione, Mostre ed Eventi
Pinacoteca di Brera, Via Brera 28, 20121 Milano
tel- +39 0272263257