Si può ritrarre il volto di un edificio? Si può fare l'identikit ad un'abitazione? Questa è la curiosa sfida lanciata da Annalisa Sonzogni, che ha voluto applicare la metodologia della ritrattistica descrittiva e ricostruttiva, tipica delle indagini investigative, a degli oggetti immobili ed inanimati.
L'obbiettivo è dunque quello di ricreare un ambiente attraverso le descrizioni dei testimoni che lo hanno abitato, che lo hanno vissuto e fatto proprio, attraverso un processo di rielaborazione tanto concettuale quanto artistica.
Il risultato ottenuto da Sonzogni è un'installazione, una ri-edificazione dell'ambiente originario, adiuvato anche dall'utilizzo di fotografie, che ripresenti gli stessi tratti essenziali e le stesse caratteristiche tipiche dell'ambientazione originaria.
È possibile visitare una di queste opere al Riss(e) – studio di Ermanno Cristini, dove è stata allestita la mostra dal titolo "Identikit I", la quale è la prima di una serie di installazioni site-specific realizzate dall'artista Annalisa Sonzogni, peraltro all'interno del progetto di dottorato che sta svolgendo presso la Kingston University di Londra.
Anche il titolo è estremamente significativo: giocando sul duplice concetto di ‘identity' (identità) e ‘kit'(strumento), il termine ‘Identikit' si riferisce al processo di ricostruzione dei tratti somatici di un individuo sconosciuto, a partire da indicazioni di testimoni oculari. Un processo di riconoscimento indiretto che l'artista applica, questa volta, ad un ambiente inanimato, seppur ricco di tratti personali e testimonianze.
In questo caso, il progetto riguarda l'ex scuola Lilian
Baylis, costruita nel 1964, nel quartiere di Lambeth, sud di Londra. Un istituto dismesso dal 2005 e in procinto di essere riconvertito in appartamenti privati.
La Sonzogni ha fotografato l'edificio già in stato di abbandono, ma prima della sua conversione, quando ancora erano chiaramente visibili le tracce di quella che è stata una scuola per 40 anni.
Nel progetto site-specific, l'interno di un'aula scolastica viene ri-costruito nello spazio espositivo attraverso l'uso e la combinazione di una fotografia di un interno della scuola e alcuni dispositivi di arredo collocati nello spazio reale della galleria.
Durante l'inaugurazione Annalisa Sonzogni ha scattato delle fotografie (che chiama new composite) ai visitatori che, in questo modo, sono entrati a far parte dell'opera, componendo una nuova fotografia. In questo modo, l'artista si è soffermata ancora una volta sulle pratiche della rappresentazione, proponendo una personale riflessione circa l'immobilità delle cose e il rapporto interno-esterno.
L'intento è quello di costruire, mediante specifici layers compositivi, un identikit della scuola in grado di comunicare emozioni nascoste e svelare significati inediti.
Annalisa Sonzogni lavora principalmente con la fotografia, il film e l'installazione. Nel 2008 conclude un Master in fotografia presso il Royal College of Art di Londra, attualmente conduce un dottorato di ricerca nella facoltà di Arte, Design e Architettura presso la Kingston University. Il suo lavoro è stato pubblicato ed esposto in Italia e all'estero, tra le recenti mostre ricordiamo: HABIT(AT), The Trampery London Fields, Londra, 2013; RECONFIGURATIONS, Kingston University, 2012; CREATE, OBSERVE, PERFORM, Alkovi Galleria, Helsinki, 2012; ROAMING-TRANSITION, a private matter, Praga 2010; PASSEGGERI, Ex Casa del Fascio, Como, 2010.