La terra, la polvere, la fatica e il sudore dell'uomo. Sembra quasi di sentirli, i contadini piegati nei campi, al lavoro, chi zappa, chi semina e chi miete.
Dipinti e disegni, alcuni di grandi dimensioni e intensamente lavorati a carboncino, realizzati all'inizio della carriera frenetica di Van Gogh, aprono la mostra a Palazzo reale, immergendoci subito nel mondo della campagna, fatta di sacrifici e gente semplice, un mondo nel quale l'artista ritrova il senso della vita e delle cose.
Dopo anni di vagabondaggio tra Olanda e Belgio, nel 1886 si trasferì a Parigi e fu la svolta, una vera iniezione di energia, che lo spinse ad abbandonare i colori scuri e i temi sociali della prima pittura influenzata dal Realismo di stampo francese. Nacque allora la tipica tavolozza chiara, accesa dai contrasti tra i colori complementari, resa sulla tela dalla pennellata allungata.
E così in tutta l'ultima produzione di Van Gogh il colore si fa energia e forza vitale, come quella che sprigiona dai paesaggi della Provenza, nella vigna e nell'uliveto, e nel Paesaggio con covoni, omaggio estremo alla campagna e alla "voce del grano" che tanto ammirava.
Info.
La mostra è aperta dal 18 ottobre all'8 marzo con questi orari: 9.30-19.30, lunedì 14.30-19.30, giovedì e sabato 9.30-22.30.
www.vangoghmilano.it/