È un progetto dedicato all'uomo e alla riscoperta dell'essenza della vita. La mostra, allestita nel cortile dei Glicini, inizia con una serie di disegni, pastelli, chine e piccoli olii del padre Matteo, realizzati tra gli anni sessanta, settanta e ottanta e occupano tutto il lato Est del portico.

"Questa parete è interamente dedicata a mio padre – spiega il figlio – il mio maestro, la mia origine, la mia partenza: il mio emblema".

Nei due lati Nord e Sud inizia il percorso di Giorgio Piccaia, una serie di piccoli quadri molto colorati che riportano nella loro incredibile semplicità all'origine dell'uomo.

A metà dei due lati e contrapposte alcune grandi tele con soggetti di un viaggio interiore, e nel centro del cortile l'istallazione #UmanoTroppoUmano che prosegue anche nel quarto lato a Ovest.

Un viaggio iniziatico per riscoprire i valori dell'uomo.

Ecco lo scritto di Giorgio Piccaia che accompagna queste opere.

Morire per rinascere, scoprire il nostro corpo frantumato in sedici parti e riunite nell'insieme. 

Riconoscere le proprie diversità come parti di ossa disuguali ma indispensabili.

Rinascere per riscoprire e rifondare le nostre molteplici caratteristiche.

La semplicità che diventa complicanza. 

Ogni singolo osso è per la perfezione della costruzione del nostro corpo. 

Umanità insieme di ossa e scheletro come partenza per rincominciare. 

La morte per pensare alla vita e ricordarsi che la natura e l'intelligenza vincono sempre.

Uomo microcosmo di un macrocosmo.

Per Matteo Piccaia, artista veneziano è un ritorno dopo tanti anni nel capoluogo lombardo. In occasione di una sua mostra del 1971 nella Galleria Nuovo Sagittario di via Monte di Pietà, Dino Buzzati sul Corriere della Sera, così scriveva: "Matteo Piccaia può essere definito un neo figurativo emblematico. 

Ma, a differenza degli altri neo-figurativi più o meno affezionati ad apparizioni fantomatiche o angosciose, Piccaia ama la luce, i colori vivaci, la atmosfere gaie. È un pittore che ha una grande fertilità d'immaginazione". E i quadri che si possono ammirare a Milano rispecchiano le parole del grande giornalista.

Giorgio Piccaia ha esposto l'ultima volta a Milano nel gennaio 2013 in via Montenapoleone nella storica Pasticceria Cova.

Nelle opere esposte nel cortile dei Glicini della Società Umanitaria Giorgio guarda all'uomo e al percorso della mente. I temi dei suoi quadri e la sua installazione riportano al ritorno della semplicità dell'esistenza, le tele sono per la maggior parte quadrate. Il quadrato che richiama la pietra cubica. 

I temi dipinti sono labirinti monocromi con pochissime variazioni di colore. Il disegno è replicante, si moltiplica sopra sotto e sotto sopra come in una musica ritmica.

"Sono nato con la semplicità dei movimenti, sono rinato nelle linee della matita, sto percorrendo i colori monocromi del senso, e vivo nell'essenza dell'essere sulla terra". Così scrive Giorgio.

 

I Piccaia #UmanoTroppoUmano

27 ottobre – 7 novembre 2014

inaugurazione il 30 ottobre dalle 18,30

con aperitivo e concerto per chitarra di Giuseppe Rocca e Giovanni Valente

Società umanitaria

Cortile dei Glicini

Via San Barnaba, 48

Milano