Un folla di personaggi vive e palpita nei quadri di Ben Stroud e ognuno ha da raccontare una storia; ma anche Ben ha una lunga storia da raccontare, se vogliamo cominciare da quel 1946, quando nacque a Memphis (Tennessee) da una stirpe di pastori Evangelici.
Certo la sua famiglia non ostacolò la sua creatività, permettendogli di acquisire una Laurea in Arte presso l'Università di Memphis; ma in famiglia c'era un genio artistico, lo zio Jack, personaggio un po' scomodo ed eccentrico, che affascinava il giovane Ben.
Lo zio Jack dipingeva, guardando alle avanguardie europee, ma soprattutto a Picasso ed aprì al giovane nipote gli occhi sull'arte contemporanea.
Ben lasciò Memphis, la famiglia e lo zio Jack e si arruolò nella Marina Militare degli Stati Uniti come grafico; ebbe così l'opportunità di soggiornare a Napoli per alcuni anni; conobbe Anna, la compagna di una vita; conobbe tanti bravi artisti partenopei, da cui apprese soprattutto l'uso del colore, ma il loro gusto per il paesaggio tradizionale gli rimase sostanzialmente estraneo, perchè altra era la strada da lui imboccata: quella di raccontare, con un misto di sagacia e ironia , vicende e situazioni attraverso personaggi incontrati nella realtà o immaginati.
La sua era e rimane una pittura espressionista, tesa a palesare il suo mondo interiore, i suoi sentimenti, le sue reazioni, senza curarsi di rappresentare in modo naturalistico la realtà esterna.
Il quadro è per l'Artista un prodotto interamente suo, a cominciare dal supporto, che non è mai la tela commerciale di formato standard, ma una base in legno di grandezza sempre differente; anche la cornice viene scolpita direttamente dall'autore, che la anima con sculture in rilievo.
Ritornato a Memphis, ottenne il meritato riconoscimento da parte dei connazionali con la collocazione di sette suoi quadri nel Museo Nazionale di Nashville (Tennessee) e con l'esposizione permanente di quattro lavori nel Kennedy Center di Washington DC.
L'Italia però lo attirò di nuovo, col fascino della sua cultura e dei suoi paesaggi. Ed ora eccolo qui, a Somma, in questa bella casa, famosa per il suo glicine centenario, una vera casa d'artista; in verità un po' piccola per contenere tutti i quadri di Ben, alcuni dei quali molto grandi; ma la sala Fallaci offre all'artista la possibilità di presentarne un buon numero, in questa ricca personale, voluta fortemente dall'art director Lorenzo Schievenin Boff, che ha apprezzato l'Artista fin da quando ha cominciato a farsi notare nelle esposizioni collettive di Sesto e di Somma e che ha voluto presentarlo al pubblico, sempre interessato a conoscere nuovi, originali talenti e la mostra di Ben costituisce un'occasione davvero speciale.