A comporre "Bailey's Stardust", titolo che fa comprendere su quali cardini sia stata strutturata la mostra composta da 300 foto scattate in oltre 50 anni di attività, promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura, Tod's, curata dallo stesso artista in collaborazione con la National Portrait Gallery di Londra e con il magazine ICON.
Il giudizio di Bailey su quel film, che andò a vedere con Catherine Deneuve ( sua seconda moglie) fu sarcastico: "Uno sbadiglio dietro l'altro", così come quello sulla "Swinging London", periodo basato sull'alta moda, sull'estetica fine a se stessa e su una notorietà di superficie: "Divertente per quelle persone che ne facevano parte, i minatori scozzesi neanche se ne accorsero".
Tra bianco e nero e colore scorrono stelle di varia luminosità. Ad una gigantografia di Man Ray colto di profilo segue uno sguaiato Jack Nicholson.
Ad un quasi dimenticato Ringo Star, una affascinante Jeanne Moreau, alle giovanissim Brigitte Bardot (1967)e Jane Birkin (1969) l'iconico Michael Caine, mentre David Bowe viene definito da Bailey, "Soggetto ideale"e Bob Dylan "il Picasso della musica".
Dense di ricordi giovanili le foto dei paesaggi post bellici del suo quartiere con strade e edifici danneggiati dai bombardamenti, compresi nella sezione "East end". Del tutto familiare la parte dedicata a Catherine Dyer, nota modella che Bailey sposò nel 1983 e dalla quale ebbe tre figli anche loro presenti con una serie di ritratti.
Non manca l'impegno sociale.
Nel 1984 durante la disastrosa carestia in Etiopia, che procurò oltre 900.000 vittime e migliaia di profughi, Bailey si rese disponibile, senza alcun compenso, a diffondere le sue foto in aiuto di "Band Aid", dove numerosi musicisti si unirono per raccogliere fondi in aiuto di quelle popolazioni.