Dacia di Villa Baragiola, la ristrutturazione è stata completata. E' stato effettuato il sopralluogo per illustrare gli interventi, con il sindaco Attilio Fontana, l'assessore ai Lavori pubblici Riccardo Santinon, l'assessore alla Promozione del Territorio Sergio Ghiringhelli, il vescovo Franco Agnesi, monsignor Erminio Villa e Mario Zeni per la Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte, il progettista e direttore dei lavori Mauro Maritan.
Lo chalet in legno è stato restaurato nell'ambito dell'Accordo di Programma sulla Valorizzazione del Sacro Monte: la destinazione dell'immobile, in fase di definizione per i dettagli, sarà infatti quella di Centro di documentazione sui Sacri Monti, con la collaborazione della Fondazione Paolo VI nella gestione, che raccoglierà e renderà disponibile per la consultazione pubblica materiale documentale cartaceo e informatico.
Entro una settimana saranno completate anche le rifiniture dei lavori, dalla posa degli zoccolini all'illuminazione esterna, dal collaudo dell'ascensore alla lamina del parquet. L'inaugurazione sarà tra settembre ed ottobre, con una mostra e una riunione tra i rappresentanti dei Sacri Monti piemontesi e lombardi, come ha precisato l'assessore Ghiringhelli.
Lo chalet, un po' di storia. Il villino in legno oggetto venne realizzato nel 1932, quale "Chalet in legno per soggiorno invernale" voluto dal proprietario del complesso Giacomo Tedeschi. Successivamente, durante il periodo di appartenenza alla Curia, l'edificio fu adibito ad abitazione degli insegnanti del Seminario; il primo piano era infatti dotato di stanze da
letto, ciascuna provvista di bagno privato. Dopo la chiusura della sede scolastica il villino non è stato più utilizzato. Nel 2001 la proprietà è stata acquisita dal Comune di Varese.
I lavori. I lavori hanno interessato essenzialmente la parte interna. Lo chalet in legno si articola su tre livelli – di cui uno seminterrato – collegati tra loro da una scala. La rampa che conduce dal seminterrato al piano rialzato è realizzata in muratura con base in pietra; la scala che permette l'accesso al primo piano è in legno. La superficie totale è pari a mq 557. Il piano rialzato sarà attrezzato e arredato per accogliere quattro sale studi aperte al pubblico (probabilmente non solo destinate a ricercatori e studiosi dei Sacri Monti ma anche a studenti); gli spazi occupati originariamente dai locali di servizio sono ridistribuiti in modo da ottenere una più ampia zona di ingresso e accoglienza, mentre al posto della cucina si sono ricavati i nuovi servizi igienici per il pubblico. Inoltre, considerato il piacevole contesto ambientale in cui lo chalet è inserito, sarà avviata un'attività di buvette -caffetteria aperta anche ai visitatori del parco di Villa Baragiola. Il primo piano sarà destinato al personale, mentre dalle quattro camere si sono ottenuti altrettanti uffici. Nel seminterrato restano la cantina e una parte di deposito. Sono state eliminate le barriere architettoniche: la scala esterna è stata allungata ed è stata realizzata una passerella per l'accesso ai disabili. E' stato anche posizionato un ascensore, proprio per consentire gli accessi a tutti i piani. Naturalmente sono stati rinnovati gli impianti e il sistema di illuminazione. Il parquet originale è stato rimesso a nuovo, con inserzioni dove era necessario per l'usura. Il recupero e il restauro sono stati puntuali, con la sostituzione delle boiserie danneggiate, e la riparazione mirata della ferramenta e delle cornici delle porte interne che sono state mantenute. Al piano superiore le pareti sono bianche e verde-menta, riprendendo piastrelline originali che già erano qui posizionate.
Costi. Il costo complessivo delle opere alla Dacua ammonta ad euro 661.600. L'opera è stata finanziata con contributo erogato dalla Fondazione Cariplo pari a euro 420 mila, la rimanente parte è stata sostenuta con risorse del Comune.
Accordo di programma. L'accordo di programma è stato firmato il 4 dicembre 2006 da Comune con il sindaco Fontana, Regione Lombardia, Provincia di Varese, Università dell'Insubria, Consorzio di gestione Parco Regionale Campo dei Fiori, Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese, Fondazione Pogliaghi per il Museo Pogliaghi. Entro fine mese i firmatari si incontreranno per definire la destinazione della dacia. L'accordo di programma, che comprendeva – si ricorda -il recupero della stecca di Villa Baragiola, dove è stato realizzato anche lo spazio espositivo, e la sistemazione del Museo Pogliaghi, ha avuto un finanziamento totale di 8 milione e 165 mila euro coperti da Regione, Comune, Provincia e Fondazione Cariplo.