Nel 1896 i fratelli Lumiere realizzarono il loro primo film in Italia, con l'ausilio di operatori locali, dedicato al "Bagno di Diana", lo stabilimento inaugurato nel 1842 tra gli orti di Porta Centrale, oggi Porta Venezia.
Era la prima piscina pubblica d'Italia con una vasca di 100 metri per 25 corredata da cabine, caffè, ristorante e giardino.
Così appariva Milano, città sin dalle sue origini fondata urbanisticamente e artisticamente attorno all'acqua di cui era ricchissima.
A tutt'oggi Milano è l'unico caso di metropoli che attinge il cento per cento del suo fabbisogno idrico dalle falde sotterranee.
A illustrate la storia di una città che avrebbe potuto fare di tale patrimonio un valore assoluto e che oggi i suoi unici gioielli sono i Navigli e la Darsena sopravvissuti ad una cementificazione assurda e cui responsabili avrebbero dovuto esser ridotti perpetuamente a lavori forzati in miniera, è l'imperdibile mostra "Milano città d'acqua" a cura di Stefano Galli, in corso presso Palazzo Morando.
Le 150 foto che compongono l'esposizione, provenienti da archivi pubblici e privati accompagnate da documenti inediti e materiale cartografico, tracciano un percorso che inizia dalle cronache di Bovesin de la Riva e di Galvano Fiamma i cui scritti narrano della città ambrosiana ricca di sorgenti e canali lussureggianti e pescosi, costellata di mulini, oltre all'importante ruolo di difesa militare, commerciale e industriale.
Le suggestive immagini, tutte in bianco e nero, raccontano lo scorrere dell'acqua e il suo lambire case di ringhiera, piccole chiese, donne chine sui lavatoio, barconi carichi di mercanzie, portati dal lento fluire dell'acqua.
Scorrono le immagini dell'idroscalo concepito per gli idrovolanti e quelle della Darsena che per più decenni è stato l'ottavo porto italiano per traffico di merci.
Non mancano le curiosità.
Come la surreale presenza di "fonti miracolose" accomunate al mistero dei "battisteri" e delle "fonti ottagonali", ma anche il surreale e pre-fantascientifico esperimento dell'uomo scafandro sul Naviglio grande eseguito nel settecento.
Sono altresì descritte le ragioni che salvarono l'Acquario Civico dalla demolizione.
Chiudono la mostra le foto, alcune delle quali, tanta è la delicatezza dell'esecuzione, paiono eseguite a matita, che documentano il succedersi degli impianti di depurazione delle acque reflue. Dalle marcite d'epoca cistercense (VIII – X secolo) ai moderni impianti di Nosedo e San Rocco.
Milano città d'acqua
Palazzo Morando, Via Sant'Andrea 6, Milano
Fino al 14 febbraio 2016
Orari:
Martedì-domenica: 10.00-19.00
Giovedì: 10.00-22.30
(la biglietteria chiude un'ora prima)
Martedì-domenica: 10.00-19.00
Giovedì: 10.00-22.30
(la biglietteria chiude un'ora prima)