"Anno 1176, monastero di Cairate. La giovane Odilia, rampolla di una casata nobiliare di Pavia, sente fortissima la vocazione a farsi monaca ed entra nel monastero di S. Maria Assunta a Cairate. Da subito accadono fatti strani. Una delle cosiddette “monache velate”, le più anziane ed influenti, è in contatto con un demone che abita il luogo da tempi immemorabili, prima ancora della fondazione del monastero. L'oscura presenza diventa sempre più ingombrante. Tutto questo all'alba della battaglia di Legnano, quando il Barbarossa sarà ospite tra le mura del monastero".
Questa l'avvincente introduzione all'ultima fatica letteraria del giornalista e scrittore Silvio Foini, il romanzo "Il mistero del monastero di Cairate" (ed. Macchione), che verrà presentato proprio laddove la vicenda è stata ambientata, al monastero di Cairate, sabato 15 ottobre alle ore 16.30.
Cosa l'ha spinta a scrivere questo romanzo sul monastero? Soprattutto cosa ha provato ad essere immerso nel Medioevo, lei che ha scritto romanzi sull'Antico Egitto dei Faraoni?
"Ho scritto questo romanzo in seguito alla visita al monastero che compii un anno fa circa insieme a mia moglie Gabriella. Tornando a casa, confrontando le nostre sensazioni ci si accorse che collimavano: in quel luogo v'era davvero un certo non so che di stranamente attraente e coinvolgente. Sicuramente un sito millenario del genere non lascia indifferenti: camminare laddove ha posato i suoi calzari la Storia ti trasmette qualcosa di diverso che non camminare per una qualsiasi strada. Feci ritorno al Monastero poco tempo dopo per compiervi una visita più approfondita e ricordo che, mentre la mia gentile guida, la professoressa Serena Gatti della Pro Loco di Cairate mi descriveva gli ambienti, mi pareva di vedere le monache camminare recitando le antifone lungo il colonnato claustrale, i conversi impegnati nel quotidiano lavoro, i poveri del contado bussare alle porte del monastero per ricevere quella carità cristiana… Ho scritto alcuni romanzi sull'Antico Egitto dei Faraoni conoscendo abbastanza a fondo l'argomento ma, scrivendo questo, forse perché più prossimo alla nostra accidentalità, ne sono rimasto coinvolto. Qui non c'entra la passione per la materia ma piuttosto una scoperta delle nostre radici che affondano nel Medioevo. Confesso che quando mi ritrovai a battere sulla tastiera l'ultimo punto, provai una curiosa sensazione di sgomento: ora avrei dovuto lasciare quelle antiche mura, quelle vetuste stanze e quello splendido chiostro in cui avevo vissuto con la fantasia per qualche mese muovendomi fra i personaggi che lo avevano animato. Tristezza. Ecco, tristezza nell'abbandonare un luogo di pace anche un tantino apotropaico, se volete. Ogni tanto vi torno fisicamente quasi tornassi un poco alla casa di mia gente".
Cosa pensa circa la leggenda delle apparizioni del fantasma della fondatrice del monastero, Manigunda?
"Circa le presunte apparizioni dello spirito della leggendaria fondatrice del Monastero, Manigunda, ritengo che ognuno possa avere la propria idea: credere o non credere fa parte della disposizione che una persona nutre verso una realtà che travalica la nostra. La suggestionabilità è molto personale e insindacabile. Uscendo dal Monastero dopo la nostra intervista ci ha attraversato la strada un bellissimo gatto nero… Manigunda? "Uniquique suum" dicevano gli antichi padri!"
Ha condotto ricerche e studi specifici per scrivere questo romanzo ?
"Per scrivere "Il mistero del monastero di Cairate ho ovviamente eseguito alcune ricerche per inquadrare giustamente il periodo storico ed inserirvi il contesto della narrazione. Tuttavia le mie reminiscenze scolastiche di Storia medievale risalenti ai testi del professor Georges Duby mi sono tornate alla memoria ed utilissime. La conoscenza dell'economia rurale del medioevo è stata basilare per molti versi".