"Tutti ci portiamo a casa la nostra opera d'arte comprata al bookshop. E forse la maggior parte del tempo lo passiamo tra corridoi e scaffali affollati di merchandising, invece che davanti alle opere d'arte. Quelle vere. Tutto questo è l'altra faccia del rinnovamento dell'umanità. Tutti vedono, tutti desiderano, tutti comprano, tutti consumano. Si diceva e si sapeva chiaramente già negli anni '60. Ma che cosa dobbiamo barattare per guadagnarci questo possesso costante di effigi, questa perenne disponibilità di riproduzioni che ci vengono sempre incontro – anche quando non lo desideriamo – e questa attualizzazione di prodotti-opere d'arte? Ci siamo giocati la tradizione dell'opera, l'autorità e l'autenticità dell'opera. Anche nel caso di una riproduzione in HD, infatti, manca un elemento: l'hic et nunc dell'opera d'arte – la sua esistenza unica e irripetibile nel luogo in cui si trova. Solo l'hic et nunc dell'originale costituisce e garantisce la sua autenticità. Lo ha messo nero su bianco, una volta per tutte, Walter Benjamin ne "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica" che mi ha suggerito il titolo di questa rassegna", scrive Clara Castaldo nel testo di presentazione alla mostra.
Giannetto Bravi (1938-2013) nasce a Tripoli (Libia) il 18 dicembre 1938. Vive dal 1940 al 1974 a Napoli dove si laurea in Geologia e avvia la sua esperienza artistica nell'ambito delle neoavanguardie. Nota è la sua partecipazione all'Operazione Vesuvio voluta da Pierre Restany, agli inizi degli anni Settanta. È stato osservato come la sua creatività si sia sviluppata da un lato sulla conoscenza profonda di una cultura locale, dall'altro sull'attitudine scientifica al rilevamento, alla verifica, al reperto.
Tra i mezzi del suo lavoro hanno un ruolo importante le cartoline postali impiegate con modalità differenti sin dal 1972; prima spedendo immagini del Vesuvio come testimonianza dell'Operazione in corso, quindi assemblando più esemplari con medesimo soggetto in quadri o in libri d'artista.
L'artista ha al suo attivo diverse decine di rassegne personali e oltre 100 mostre collettive. Del suo lavoro hanno scritto numerosissimi critici d'arte, tra cui Achille Bonito Oliva, Pierre Restany, Gillo Dorfles, Lea Vergine, Angela Vettese, Giulio Carlo Argan, Francesco Tedeschi, Cristina Casero, Giorgio Zanchetti, Elena Di Raddo, Philippe Daverio.