La selezione di opere, tutte autografe del grande neorealista italiano, approdato nel corso della sua vita anche in quel di Varese, che abbracciano un periodo che va dal 1934 al 1984, intendono tracciare un duplice percorso che è insieme cronologico e tematico. Il rosso è il grande protagonista, declinato all'interno delle opere di Guttuso che diventa sinonimo di sofferenza, passione, pietà, violenza, lotta, speranza, simbolo di vita vissuta, di vita umana, debole e forte allo stesso tempo, buona e a volte cattiva, reale e quanto mai sognata.
Gli olii su tela di interni domestici, nature morte, processioni di martiri, dialogano in perfetta armonia con gli studi eseguiti a china su carta. Così il critico d'arte Giorgio Agnisola spiega il Rosso Guttuso: "Dentro ma anche al di là del segno il colore rosso riflette una condizione d'anima, una passione immanente e trascesa, che apre al pulsare sanguigno dello sguardo, ma anche al vibrare sotteso della memoria, alla dolcezza e al sogno della vita trasfigurata dagli ideali".
La mostra sarà visitabile su prenotazione da giugno a novembre, attraverso dei percorsi in visita guidata e dei laboratori didattici creati ad hoc per l'occasione, volti ad avvicinare sempre di più il grande pubblico al linguaggio dell'arte moderna e contemporanea.