Parlarsi con un dialogo di sguardi d’intesa, con un cenno del viso o delle dita. C’è un accordo silente e geniale tra i maestri del Navarra String Quartet, protagonisti del secondo dei Concerti sotto le stelle promossi dal FAI. Magnus Johnston e Marije Ploemacher ai violini, Simone van der Giessen alla viola e Nathaniel Boyd al violoncello hanno interpretato con pieno trasporto, concordanza e coinvolgimento, composizioni di Franz Joseph Haydn, Beethoven e Franz Schubert. Una delizia all’udito e una sorpresa agli occhi nel vederli eseguire – con tutto il corpo si potrebbe dire – i quartetti per archi. Maestri indiscussi di calibro internazionale, i quattro musicisti hanno consolidato il proprio profilo artistico esibendosi nei maggiori festival di tutta Europa.
"Basta l’ascolto del primo movimento per capire in cosa consista questa originalità: c’è in tutta questa pagina, un’amabilità di fondo, una cantabilità a tratti un poco elegante, la quale, tuttavia, risulta scossa da momenti di compattezza quasi sinfonica, da improvvisi forzati e seriorissime parentesi contrappuntistiche capaci di conferirle una venatura inquieta ed irresistibilmente nuova. (…)". Così nell’impeccabile testo che si fa leggere d’un fiato firmato da Fabio Sartorelli che, a proposito di Beethoven ricorda come questi: "…potè, nel 1808, dare alle stampe la sua op. 59, musica definita come "una cattiva farsa di svitati" e "assolutamente incomprensibile". Giudizi ingenerosi e sbagliati ma che sottolineano comunque l’estrema originalità di queste pagine".
Ottimo successo di pubblico alle Ville Ponti per il Navarra String Quartet. La buona musica non si ferma. Nemmeno con nubifragio e grandine.