Dopo la laurea in Drammaturgia, arriva il diploma di operatore teatrale alla scuola Anabasi del Centro Ricerche Teatrali di Milano, con particolare dedizione verso la Commedia dell’Arte, studiando con Eugenio De Giorgi, Claudia Contin ed Eugenio Allegri, la Clownerie, formandosi alla Scuola di Arti Circensi e Teatrali di Milano e presso la Scuola Teatro Dimitri di Verscio (Ch) e il lavoro sulla Comicità con Paolo Nani. Lei è Michela Cromi, numero uno del Teatro della Corte di Castellanza, attrice ed insegnante. E grande appassionata e cultrice della storia della Commedia dell’Arte.
Anche questa settimana, grazie all’introduzione storica di Michela Cromi, ci dedichiamo alla scoperta di una delle pagine più tipiche ed interessanti della Storia del Teatro Europeo (prendendo anche qualche spunto dall’Antologia critica di Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese: "La scrittura e l’interpretazione. Storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civiltà europea"). Ma procediamo con ordine e partiamo dal graditissimo dono che Michela porta alla Redazione di Artevarese: un baule colmo delle tipiche maschere, realizzate artigianalmente da un artista di Venezia.
Nella parola "arte" della denominazione "commedia dell’arte" confluiscono due sensi, legati rispettivamente al carattere artistico e a quello artigianale dello spettacolo teatrale: il primo pone l’enfasi sul talento artistico individuale (in una accezione di derivazione rinascimentale), il secondo sull’aspetto tecnico-professionale in senso artigianale e corporativo (in un’accezione che potremmo far risalire, invece, alla tradizione medievale). In effetti fare l’attore diventa in quest’epoca un vero e proprio mestiere, riconosciuto e retribuito come tale: comporta dunque una specifica specializzazione e preparazione. Gli attori, così, si affermano in base a specifiche abilità retoriche e mimiche che possiedono e potenziano con il tempo. A poco a poco nascono pure i primi teatri pubblici, distinti dai teatri di sala delle corti ma anche dagli spazi aperti delle piazze dove si esibiscono i buffoni: sono le cosiddette "stanze de le commedie", luoghi chiusi nei quali si ha accesso, pagando il biglietto.
La prima compagnia di professionisti – come ci racconta anche Michela Cromi nel video allegato – nasce a Padova nel 1545. D’altronde proprio nel Veneto si era già affermata la "commedia degli zanni" da cui deriva proprio la Commedia dell’Arte. Lo Zanni (da Giovanni, in veneto) era il servo (in origine: il servo bergamasco) che vi veniva presentato in contrasto con il Magnifico, il mercante veneziano suo padrone.
Alle origini della Commedia dell’Arte vediamo, dunque, una confluenza di motivi e di aspetti diversi di natura popolaresca (come la figura dello Zanni, o il recupero di certi aspetti della figura del giullare di piazza), dotta (il petrarchismo delle prime attrici) e specificatamente teatrale: l’affrancamento del testo scritto deriva infatti anche da una coscienza della specificità del teatro come arte meramente visiva e rappresentativa, giocata sul gesto e sulla mimica. Si passa così al personaggio-tipo che rappresenta una verace funzione scenica. E questa tipizzazione è resa dal modo di parlare e dalla maschera, dall’abbigliamento e dall’enfasi gestuale.
Nel 1700, come si sa, compare all’orizzonte la riforma di Carlo Goldoni, avente lo scopo di portare in scena la verità della vita, servendosi della commedia, che è proprio il genere più vicino alla realtà di tutti i giorni. Il grande autore volle portare sulla scena dei personaggi veri, con una loro psicologia (commedia per caratteri) e con un teatro impostato sull’analisi psicologica dei personaggi, senza intrecci secondari (realismo delle situazioni e attualità delle problematiche). Goldoni scrisse interamente le sue commedie (commedie "distese") che nell’ultima produzione assunsero anche la forma della coralità. Ma questa è un’altra storia.
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Artevarese intervista Michela Cromi che porta in Redazione un regalo davvero prezioso e gradito: dal magico baule dell’attore escono le maschere tipiche ed originali della Commedia dell’Arte. Scopriamo come è nata la tipizzazione di soggetti, linguaggi e costumi, prima della Riforma di Goldoni. /VIDEO