“Nell’opera di Franca D’Alfonso si percepisce un eco dell’astrattismo comasco, dal quale ha acquisito la consapevolezza della geometria, fondamentale per infondere emozioni nelle sue composizioni, interiorizzando nel proprio bagaglio visivo quel linguaggio rarefatto e geometrico, d’interpretazione della forma, senza mai abbandonare completamente la matrice figurativa degli esordi. Trae spunto dalla lezione aurea di Henri Matisse, soprattutto dai suoi “papiers dècoupé”, per farne rivivere l’emozione della memoria nelle sue opere” (Doriam Battaglia).
Così il maestro Doriam Battaglia, pittore e architetto, tratteggia l’opera di Franca D’Alfonso, artista di origini abruzzesi trasferitasi a Varese nel ’74.
«Ho sempre avuto la pittura nel cuore. – racconta D’Alfonso – Quando ero bambina portavo ovunque le mie matite colorate e mia mamma me ne regalava di nuove in ogni occasione! Anche se non ho potuto vivere della mia arte, ho sempre dipinto. I primi passi che ho mosso in questo mondo cercavano di riprodurre ciò che vedevo, ma c’è sempre stata l’esigenza di abbandonare il figurativo e di rivolgermi all’astratto».
Forte di questo desiderio la pittrice ha iniziato la sua attività alla metà degli anni 80.
«Mentre portavo avanti un’esperienza personale, ho partecipato a vari corsi di formazione presso studi di diversi pittori. Da ultimo ho frequentato l’Accademia di Belle Arti “Aldo Galli” di Como nella Sezione Pittura con il maestro Pierantonio Verga, un grandissimo pittore che è mancato nel 2015. E’ stato lui a farmi trovare la mia strada. La mia ricerca è, principalmente, il colore. Il colore che trasmette emozioni, sensazioni… E’ la realtà. Nel mio astratto stringo sempre un po’ l’occhio al figurativo. Credo che, in parte, si possa vedere in quello che faccio».
Dopo l’esperienza con il professor Verga ha studiato con il professor Battaglia.
Oggi Franca D’Alfonso fa parte delle associazioni “Liberi Artisti della Provincia di Varese”, “Art Commission Events” di Genova e della “Società promotrice delle Belle Arti” di Torino.
«Ho scelto di frequentare l’Accademia per questa mia passione e per l’esigenza di arricchire mio lavoro e di studiare l’Arte. – continua D’Alfonso – Ma mi è sempre interessata soprattutto la pittura e ad essa mi sono dedicata. Ho fatto un po’ di esperienza anche con la scultura, ma la mancanza del colore, per me così importante, mi ha portato a concentrarmi, ancora una volta, sulla pittura.
La mia guida più importante è stato il professor Verga. Lui non mi ha mai detto come dipingere, ma nelle lunghe serate dei sei anni che ho passato all’Accademia, parlando insieme tra una pennellata e l’altra, mi ha sempre ricordato: “Tu devi esprimere quello che senti, devi sbloccarti, non devi stare dentro canoni predefiniti”. Proprio grazie a lui sono arrivata a questa chiave di lettura della realtà, anche se mi rendo conto che c’è una continua evoluzione, il mio è un cammino e questo non è ancora il punto d’arrivo».
La scelta coloristica caratterizza l’opera dell’artista, che dopo un periodo iniziale caratterizzato dallo stile figurativo, in cui utilizzava le tecniche tradizionali dell’olio e dell’acquerello, si è progressivamente avvicinata ad un’espressione pittorica astratta, mettendo in atto un processo di de-composizione della realtà. Il colore ha quindi acquisito nuove valenze.
«Dopo aver lavorato con l’olio – spiega D’Alfonso – sono passata allo smalto.
Ho scoperto proprio in Accademia questa nuova espressione pittorica: sono gli smalti ad acqua, che danno dei risultati veramente eccellenti. Anche se talvolta utilizzo nuovamente l’olio o l’acrilico, i mezzi con cui ho iniziato a dipingere, poi ritorno sempre agli smalti. Devo dire che riescono a tramettere il calore del colore e dell’emozione. L’intensità».
Doriam Battaglia, descrivendo l’opera di D’Alfonso, usa il termine “Sintetismo”, nome di una delle correnti pittoriche del movimento Post-impressionista che – come lui stesso illustra – “deriva dall’intento di realizzare nelle opere la sintesi di tre caratteri fondamentali: l’aspetto esteriore degli oggetti naturali; i sentimenti che essi suscitano nell’artista; la purezza estetica delle linee, dei colori e delle forme. Gli artisti sintetisti – aggiunge ancora Battaglia – prediligono e realizzano soggetti bidimensionali, piatti e dai colori irreali. Il Sintetismo ci ricorda che qualunque oggetto espresso sulla tela è essenzialmente una superficie piana ricoperta di colori ed assemblata in un determinato ordine”.
Nella sua presentazione alla mostra in corso fino al 22 luglio presso lo spazio espositivo del Broletto di Como, Battaglia sottolinea: “Tre sono gli strumenti fondamentali utilizzati dalla nostra artista per esprimere la propria poetica: la struttura, la luce e il colore, che cooperano per una riuscita sintesi tra realismo e astrazione”.
E il vero fascino dei lavori di D’alfonso è nell’equilibrio che riesce a trovare tra questi elementi nella sua iconografia geometrica del paesaggio.
“Natura e Logos” della pittrice Franca D’Alfonso
presso lo Spazio espositivo del Broletto – Como
fino al 22 luglio
da martedì a venerdì: 15.00 – 18.00
sabato e domenica: 10.00-13.00 /15.00-18.00
Chiara Ambrosioni