Cosa c’è all’origine del dipinto che ritrae il “San Francesco in Meditazione” di Caravaggio? Con quale obiettivo è stato commissionato? Lo chiediamo a Sebastiano Venezia, storico ed esperto della controriforma:
«Occorreva una risposta efficace subito dopo il Concilio di Trento e la Chiesa, per raggiungere i religiosi meno dotti, non poteva affidarla alla scrittura. Gli scritti, infatti, erano stati quasi monopolizzati, almeno nel resto dell’Europa, dal movimento protestante e la Chiesa aveva risposto con norme censorie atte a controllare le idee e quello che si diffondeva attraverso la stampa. La predicazione era affidata ai grandi predicatori, più vicini al movimento Calvinista ed Erasmiano e non al movimento interno alla Chiesa. La riposta più efficace poteva essere data attraverso la diffusione del nuovo pensiero religioso, per mezzo delle arti figurative e le immagini. Caravaggio rappresentava, in quel momento storico importante, un artista che, probabilmente in maniera inconsapevole, riusciva ad imprimere una forza evocativa forte per ristabilire il primato della Chiesa.»
Daniela Gulino