C’è una storia segreta dietro al “San Francesco in meditazione” di Caravaggio esposto a Lugano. Mario Bigetti, attuale proprietario del dipinto, ci racconta le vicende nascoste e mai indagate dietro l’attribuzione della paternità del quadro:
«La prima volta che viene scoperto un dipinto di San Francesco attribuito a Caravaggio, è il 1908 quando il professore Cantalamessa, passando nella Chiesa dei cappuccini in Via Veneto a Roma, nota un’icona di San Francesco e fa un accostamento con un fatto storico: nel 1603 Caravaggio viene accusato di diffamazione, ma un altro artista – Orazio Gentileschi – testimonia in suo favore dicendo di avergli prestato, proprio quell’anno, un saio da frate per farne un modello. Quindi il professore Cantalamessa sostiene che il quadro è del 1603 e tutti gli storici dell’arte dell’epoca si allineano sulla sua posizione. D’altronde è il primo ed unico conosciuto. Nel 1958, però, la professoressa – Maria Virginia Brugnoli – scopre nella sagrestia di Carpineto un’altra versione molto rovinata della tela».
A questo punto iniziano i misteri…
Un quadro avvolto nel mistero
L'enigma del "San Francesco in meditazione" di Caravaggio esposto a Lugano