Solbiate O. – E’ cresciuto tra stoffe, colori e pennelli. Quel bambino, allora, non immaginava che quegli oggetti vissuti come giocattoli, un giorno, avrebbero rappresentato la fonte della sua creatività. Oggi infatti, Antonello Graziano è un affermato artista-artigiano. Determinanti, nella sua storia, le professioni dei genitori, la mamma sarta e il papà tappezziere e decoratore, ai quali guarda con ammirazione e curiosità fin da piccolo. Ad affascinarlo, in particolare, è il lavoro del padre, che condivide da adolescente. Sono momenti preziosi, ricordati con emozione perché anni ricchi di insegnamenti che accendono passioni ed entusiasmo. Ore e giornate intere trascorse nel vecchio magazzino tra vernici, attrezzi, pennelli e colori. Antonello cresce sempre più innamorato di questo lavoro e per seguire il padre, interrompe gli studi. Nel tempo libero, frequenta lo studio dell’artista ed ex docente, Salvatore Lovaglio dove acquisisce abilità perfezionando il proprio estro. Studia i materiali, la loro trasformazione, sperimenta le tecniche. Disegna, dipinge e la pittura diventa un mezzo per esprimere sentimenti profondi e intime inquietudini. Come lava di un vulcano da troppo tempo assopito, quel mondo di idee che pulsava dentro lui, è ormai pronto ad un risveglio esplosivo.
Il ritorno a scuola
Negli anni ‘90 decide di tornare tra i banchi frequentando la Scuola d’Arte del Castello Sforzesco di Milano, dove approfondisce le sue conoscenze nell’ambito della decorazione neo classica e la tecnica del buon fresco. Contemporaneamente si occupa del restauro conservativo di affreschi e lapidei, svolgendo lavori sotto la direzione della Soprintendenza dei Beni Ambientali e Architettonici di Milano. Tra questi, il recupero della prima e seconda navata destra del Duomo di Milano.
Dall’idea alla professione all’opera d’arte
Gli esperimenti continuano e dagli anni Duemila Graziano si concentra su nuove ricerche dove la pittura e gli impasti materici si fondono con i tessuti: lini, juta e paglia giapponese, vengono utilizzati come tappezzerie. Alle trame grezze e naturali, si aggiunge il pizzo chantilly, tessuto di seta e cotone di grande raffinatezza, sottile, pregiato e dallo straordinario senso tattile. Le pareti non sono più muri ma diventano creazioni artistiche tanto da ottenere consensi e conquistare famosi architetti con i quali collabora, quale interior designer, all’allestimento di abitazioni e boutique di lusso in Italia e all’estero.
Da qualche anno l’artista porta le stesse atmosfere sulle tele. Opere realizzate sempre con le stoffe, in particolare il lino che predilige per le sue qualità: dalla trama, ruvida, ai colori naturali. ” E’ una fibra che mi trasmette una sensazione piacevole ed emozionante – spiega l’artista – ma soprattutto mi consente di assecondare, in libertà, le mie creazioni. Sono paesaggi dell’anima, di intime suggestioni dove ognuno può vedere e ritrovare, con la propria immaginazione, mondi e scenari personali”.
Composizioni astratte, geometriche, scandite da contrasti cromatici dalle tonalità sempre tenui e diluite, che mettono in risalto incroci di trame e orditi. Opere non solo da guardare ma anche e soprattutto da toccare, accarezzare e sentire sotto il palmo della mano.
Antonello Graziano vive e lavora a Solbiate Olona con laboratorio in via Dei Ronchi.
E. Farioli