Amore, morte, bellezza, destino, desiderio, natura, poesia: sono solo alcuni degli archetipi ancestrali risvegliati dai Preraffaeliti, con una forza simbolica che si irradia misteriosa nella nostra mente.
Ottanta maestosi dipinti, di diciotto artisti diversi, in mostra, per la prima volta a Milano, dal 19 giugno al 6 ottobre a Palazzo Reale: a risvegliare il Mito e la Storia, attraverso suggestioni medievali, brividi simbolisti, richiami shakespeariani, velato romanticismo, compostezza vittoriana.
L’esposizione, che affronta i temi sociali del tempo a cavallo tra sacro e profano, è curata da Carol Jacobi e, mostra i capolavori della Tate Gallery di Londra; come l’Ofelia di John Everett Millais, Amore d’aprile di Arthur Hughes, la Lady of Shalott di John William Waterhouse, la morte di beatrice di Rossetti.
La Confraternita dei Preraffaeliti fu fondata nel settembre del 1848 da Rossetti, Hunt, Millais, Woolner, Collinson, Sthepens, Deverell, Collins ed altri che si aggiunsero nel tempo. Il nome, scelto dalla Confraternita, indicava il rifiuto del manierismo e delle opere tarde di Raffaello riscoprendo i pittori Primitivi considerati più vicini alla Natura.
Uno su tutti, Dante Gabriel Rossetti sposato alla sua musa Elizabeth Siddal che, dopo aver dato alla luce una figlia morta, si suicidò per il profondo dolore con una dose di laudano. Rossetti la ritrasse, ossessivamente, per tutta la vita oppresso dal rimorso e dalla depressione. Le sue modelle in pose melancoliche, fatali o conturbanti hanno i tratti somatici di Elizabeth: capelli rossi e folti, pelle diafana, labbra sensuali a forma di cuore, occhi di un verde profondo; nei suoi dipinti allegorici e simbolici si trovano fiori, oro, angeli e sogni.
Daniela Gulino