Ogni giorno ne sentiamo parlare sui giornali, sui social o in tv: n’drangheta, camorra e mafia. Per tutte vale la stessa definizione: organizzazione criminale suddivisa in più associazioni (cosche o famiglie), rette dalla legge dell’omertà e della segretezza, che esercitano il controllo di attività economiche illecite; ormai non più distinte, sono un tutt’uno e per semplificare utilizziamo il termine “mafia”.
Nella quarta pillola, della rubrica ideata per difendersi dalla mafia, abbiamo chiesto a Salvatore Calleri – Presidente della Fondazione Caponnetto, Consigliere della Fondazione Pertini, Copresidente dell’OMCOM(l’Osservatorio Mediterraneo sulla Criminalità Organizzata e le Mafie creato con la Fondazione Mediterraneo)- in quali territori svolge le proprie attività illecite la mafia?
«Ovunque, la mafia è attiva ovunque: non è una questione territoriale; è presente dalla valle d’Aosta alla Sicilia, passando anche per la Sardegna e le Isole minori».
Dove nasce e dove sono i capi?
«Le teste pensanti sono ben distribuite dove servono. Nasce al sud ma in alcuni casi è nata al nord, come in Veneto, ad esempio, la Mala del Brenta. È falso che al nord non sia nata la mafia; anche al nord è nata la mafia, in Veneto. E poi, oggi, ci sono le mafie nel nord che sono state clonate da quelle del sud: sono andate avanti per clonazione; quindi, oramai, è così distribuita che non ha più senso fare differenze».
È legata ad un colore politico o gruppo specifico?»
«È trasversale e va dove gli conviene andare, a seconda di chi vince. Consiglio a chi sta vincendo le elezioni di tenere alta la guardia».
Daniela Gulino