A 10 anni dalla scomparsa di Alda Merini, poetessa e donna di grandi travagli e felici rinascite, le figlie Emanuela, Flavia e Simona Carniti, insieme a Marina Bignotti – per anni al fianco di Vanni Scheiwiller come PR della Casa Editrice da lui diretta- hanno dato vita, il 21 marzo 2019 (compleanno di Alda), alla Associazione Culturale Alda Merini.
Le finalità dell’associazione e il comitato scientifico
Con lo scopo di promuovere tutelare, diffondere l’opera della poetessa. Il Comitato Scientifico, che affianca il direttivo, è formato da personalità di spicco del mondo della cultura e del giornalismo: Ambrogio Borsani, Alberto Casiraghi, Nicola Crocetti, Paolo di Stefano, Renato Minore, Vincenzo Mollica, Mauro Novelli, Luisella Veroli. In occasione del decennale della morte, 1 novembre 2009, l’Associazione si farà promotrice di alcune iniziative inerenti all’attività della poetessa, tra cui un convegno organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, dedicato all’opera e alla figura di questa poetessa originale e anticonformista.
Abbiamo intervistato la Presidente che ci ha regalato un ritratto molto personale della poetessa di Milano
Alda Merini e il dono
“Noi tutti abbiamo avuto il dono di averla come amica e come poetessa”, ci dice Marina Bignotti, “lei si donava senza limiti, la sua scrittura era nata nel lontano passato quando era anche una forma di terapia, era una pratica che le aveva insegnato lo psichiatra che lo aveva in cura. Da lì la sua scrittura si è potenziata, la dimensione del dono la aveva nel regalare i suoi scritti inediti, nei pensieri che ti offrirà e negli oggetti che ti regalava, dopo una visita da lei. E lei era felice di regalare, anche quando questi erano impensabili e stravaganti.
Un libro dedicato a Marina
Continua Marina Bignotti: “nel tempo mi ha dedicato parecchie poesie, spesso accompagnata da lettere che mi spediva in casa editrice e sulla busta c’era scritto: Marina oppure Marina Scheiwiller, spesso erano buste stracolme, mai affrancate a sufficienza ed era, ogni volta, un miracolo vedersele recapitare intonse e senza multa, perché l’affrancatura non era mai abbastanza rispetto al voluminoso contenuto; lì c’era tutto il suo desiderio di donare.”
Quante solo le poesie che ti ha donato? “un totale di 100 poesie, non tutte pubblicate, e scritte tra il 1984 e il 2004, dedicate a me; “Le briglie d’oro, poesie per Marina” era un progetto di Vanni Scheiwiller che aveva deciso che sarei stata io a curare, visto il mio rapporto con la poetessa; dopo la scomparsa prematura di Vanni, la cartelletta stra-colma di inediti restò nel suo ufficio per molto tempo e alla fine pubblicammo alcune poesie scelte, nel 2005.”
Alda Merini e il suo rapporto particolare col denaro
“All’epoca della mia conoscenza con Alda, Vanni le pagava l’affitto di casa, perché forse erano i suoi anni più duri. E nonostante avesse pochi soldi necessari, lo donava ai più bisognosi, persone che magari non conosceva o che incontrava per strada. Alda era profondamente generosa, conosceva il valore del denaro e non ne era schiava. Attraverso la sua poesia e attraverso i suoi amori ha dato tantissimo, è sempre riuscita a vedere al di là delle apparenze, è come se avesse avuto la capacità di “vedere oltre” grazie a un ipotetico terzo occhio”.
Come mai Alda Merini attrae sempre più giovani?
“Ho sempre pensato che fosse una poetessa che parla alla pancia, la sua è una poesia popolare, nel senso più nobile del termine, è decisamente immediata e può arrivare come un pugno o una carezza; le sue poesie sono giovani, non sentono del passare del tempo e poi Alda amava molto stare tra i giovani.”
Grazie per questo breve ma molto significativo incontro, ci vediamo in ottobre in occasione dell’incontro dedicato ad Alda Merini.
Luisa Cozzi