Mauro Ferrari, poeta impegnato, colto e parsimonioso nel numero di libri pubblicati, ci presenta il suo ultimo poemetto “La spira”(puntoacapo editrice), facendoci ritrovare dentro a una archeologia industriale che molto ha ancora da dire, nonostante sia stata dichiarata la sua morte cerebrale.
È una poesia senza retorica, scarna, pensosa, meditativa ma con radici profondissime nel mondo che viviamo caratterizzato da un passato recente fatto di lotta di classe, di orgoglio operaio, senso d’appartenenza, ma anche sfruttamento e ingiustizie
Il dettato di Ferrari nasce da una generazione, l’ultima ad avere avuto delle utopie e le idee chiare, con un orizzonte di miglioramento, una generazione che ha avuto il lusso di contare d’ avere un futuro migliore di quello dei propri padri.
È stato davvero così?