E mi compare davanti, nel Museo della Stoà di Attalo, ad Atene, una stele in marmo color polvere. Risale al 337 a.C. ed è lì a ricordarci un decreto contro la tirannia.
Nella raffigurazione è rappresentato il Demos (Popolo), seduto su di un trono, incoronato da una dea che è proprio l’immagine della Democrazia. Stiamo parlando di 2000 anni fa. Etimologicamente questa parola per i greci, com’è noto, significa “governo del popolo” e di fatto lo era, anche se il diritto di voto all’epoca non era ancora esteso a tutti.
Mi fa rabbrividire l’idea di Democratura, la dittatura camuffata da democrazia, principio che oggi di fatto sta dilagando sempre più nell’Europa dell’est, in Russia, nelle Americhe, in alcuni paesi del Medio Oriente.
Purtroppo, è risaputo, i regimi e i totalitarismi allettano: decisioni rapide, chiarezza dei ruoli, puntualità, a volte anche efficienza. Uno decide, gli altri eseguono. Questo esorta però la gente a fare senza capire, subire le scelte senza imparare a partecipare e alla lunga, porta ad insorgere anziché dialogare. Dobbiamo abbandonare l’idea di crescita economica e sociale come una linea retta che automaticamente sale all’infinito con il passare del tempo storico. Non è così scontato. Il progresso non è da riscuotere ma da conquistare con impegno e partecipazione.
D’altra parte ce l’hanno insegnato i Greci: il metodo induttivo, l’imporre una regola senza spiegarla, provoca la dittatura, il metodo deduttivo è più scomodo e faticoso ma alla fine, porta alla Democrazia e allo sviluppo delle civiltà.
Ivo Stelluti – Il Viaggiator Curioso