Milano – Un soffio ironico pervade “Seven Gates”, personale di Letizia Cariello a cura di Giorgio Verzotti in corso nel sobrio ed elegante spazio della Galleria Fumagalli, a partire dal titolo in inglese nel momento in cui la figurazione delle opere rimanda al gotico e al rinascimentale, non disgiunto dall’impossibilità di qualsivoglia transito.
Si va da nessuna parte.
A tal punto il rapporto tra visitatore e opere si basa sulla percezione visiva ben sollecitata dall’intersecarsi delle traiettorie di fili rossi il cui sovrapporsi alimenta trame dall’infinita percorrenza.
In ossequio a un dovere da alcuno imposto, ci si ritrae quel tanto da conferire piena cognizione allo sguardo, poi si osta come in attesa di una orazione.
E’ necessario interiorizzarle quelle trame al fine di comprendere l’origine dell’atto creativo, il susseguirsi misurato dei gesti, la palpitazione nel vedere il farsi del lavoro, sino alla totale compiutezza dell’opera.
Se Letizia Cariello avesse registrato il succedersi dei colpi dati ai chiodi che tendono i fili: uno, due, di differente intensità,breve pausa, un lieve tòcco, avrebbe tessuto una ulteriore trama ritmico- sonora quale completo adempimento alla silente azione del ricamo..
L’ assoluto si compie nella scelta del colore unico.
Anche tale predilezione postula la nobiltà atavica del suo lavoro: le imperatrici vestivano di rosso.
Letizia Cariello – “Seven Gates” – Galleria Fumagalli, Via Bonaventura Cavalieri 6. Fino al 18 dicembre. Orario: da martedì a sabato 11-19
Mauro Bianchini