La straordinarietà dell’esistenza si compie nella valenza delle persone, dei luoghi e delle cose.
“La Capanna”, narrazione poetica di Tonino Guerra è il luogo della condivisione tra uomini, animali, attrezzi di lavoro e oggetti d’uso comune.
È altresì l’ambiente del riposo dopo la fatica nei campi, dei vapori liberati da pentoloni dove ribolle il cibo povero di tutti i giorni.
La Capanna (Maggioli Editore, pp. 91, Euro 11,50) è anche lo spazio del ritorno, della singola identità che con altre crea comunione dopo il tempo della lontananza, dando vita al rito della narrazione di quando Zangàla con suo babbo Bigiòla, nel 1884 con altri 480 braccianti romagnoli originari di Ravenna e Santarcangelo, partirono per prosciugare le “paludi sotto Roma” infestate da zanzare talmente voraci che “i cani tremavano di febbre”.
Non tornarono tutti, Zangàla si, poiché il suo più pervicace convincimento era costruire una grande casa – capanna, “grande come quattro pagliai messi assieme”.
I versi di Tonino Guerra (Santacangelo di Romagna 1920-2012) rimandano al lettore l’epica di figure mosse dalla nobiltà del lavoro, dalla fatica condivisa e dall’accoglienza.
Nella Capanna vengono accolti viandanti ai quali non viene posta alcuna domanda, siano essi, come precisa l’autore, nobili decaduti, figli di un avvocato in fuga dalla professione di famiglia o un giovane incantato dall’immensità delle stelle, sino all’arrivo di Omero, portatore di storie infinite e attento osservatore di tutto ciò che lo circonda.
Dopo un tempo di sosta, quale nomade narratore, Omero ripartirà per raccontare altrove le storie conosciute.
Mauro Bianchini
IL LIBRO
Tonino Guerra – La Capanna, Maggioli Editore, pp.91, Euro 11,50