Assaporo Ancora Libertà di vasti spazi vuoti. Dimentico giorni faticosi ed arruffati sotto questo capolavoro di cieli scolpiti ed immutati da milioni di istanti.

Il Deserto del Wadi Rum è una vallata scavata nei millenni dallo scorrere dei fiumi, nel suolo di roccia granitica della Giordania meridionale, a 60 km a est di Aqaba.

E’ un territorio bizzarro, di antiche divinità lunari un luogo infinito echeggiante di silenzi incondizionati. Non ci sono fotografie che lo possano descrivere. È una delle Meraviglie del Mondo che ho visto in varie foto e filmati ma che ora posso toccare e percorrere per verificarne la reale esistenza. È abitato unicamente da rari cammelli, qualche gatto stralunato e dal Popolo del Vento. “La Vita nomade è un’esistenza randagia: possiamo ascoltare l’aria vibrare, veder splendere gli astri e i destini, assaporare il cibo cotto sulla brace e lasciarci solleticare dalla sabbia che scivola sotto i piedi.” mi illustra Asmir, il capo dell’accampamento, dall’alto della sua roccia, in rilievo su di uno sfondo traboccante da scenario di opera cinematografica dei primi anni ’60.

Solo due tipi di persone si trovano bene nel deserto: i beduini e gli dei. E tu non sei tra questi,” mi suggerisce divertito dall’instabilità dei miei piedi su questo terreno sgretolato. “La sapienza, qui, si è costruita la casa, ha intagliato le sue sette colonne (dal film di David Lean Lawrence d’Arabia, del 1962)”

In questo luogo il Principe Faisal Bin Hussein e T. E. Lawrence, più noto come Laurence d’Arabia,insediarono il loro quartier generale per guidare la Rivolta Araba contro gli Ottomani durante la Prima Guerra Mondiale.

I Sette Pilastri della Saggezza, i sette veli della Danza del Ventre, le sette Porte del Paradiso sono allegorie allusive ed imperscrutabili di ciò che da sempre vado inseguendo, indagando dentro me stesso, intorno a me, alla ricerca deltempo smarrito. Fugit amor, il mio corpo stracciato via dalla corrente del Khamsin che soffia antica sabbia dall’Arabia. L’incanto può avere inizio.

Certo non ero preparato, qualcuno poteva avvertirmi che sarebbe successo ancora. Mi sono innamorato di un altro frammento di Mondo:invasione sentimentale, overdose di meraviglia.

Il fascino polveroso di poche case di mattoni sfumati seppia, l’ombra lunga e opaca delle imponenti montagne di basalto, le enigmatiche iscrizioni rupestri del popolo dei Nabatei, sorgenti occultate da canyon e gole e ponti di roccia, un mare di arenaria rossa ovunque.

Si può camminare per ore o giorni senza incontrare nessuno che cerchi di spiegarti cosa devi o non devi fare. Ne avevo davvero bisogno.

Il Medio-Oriente ci guarda con attonito interesse e noi lo scrutiamo intimoriti ma ammaliati. Qui mi muovo randagio, viaggiante, fuori dai sentieri battuti. Adoro i cambiamenti che si susseguono senza sosta, gli ossimori, i contrasti, le differenze che mettono in crisi gli equilibri, mescolanze e divergenze. un luogo bloccato lì più di duemila anni fa può insegnarti a lungo. Ho afferrato il concetto. Non c’è mai una sola risposta possibile. Prima di diventare bisogna essere.

– FINE PRIMA PARTE –

Il Viaggiator Curioso,
Wadi Rum Desert (واديرم)
29°34′35.40″N 35°25′11.74″E
Giordania, 3 gennaio 2011