Venezia – Il silente e suggestivo scorrere dei flussi dorati all’interno delle imponenti vetrate dell’Ala Napoleonica del Museo Correr ,dove l’installazione di Fabrizio Plessi “L’Età dell’oro” modula con calibrate cadenze la scritta “Pax Tibi”, pare stabilire un ideale dialogo con il luminoso Albero della vita ideato dal Maestro, collocato tra le due colonne, quale ideale sipario, della piazzetta di San Marco; progetto promosso dal Comune di Venezia e Vela Spa con la partnership di Assicurazioni generali nell’ambito della rassegna “Città in festa – Natale 2020”.
La maestosità dei flussi dorati pare essersi materializzata negli 80 moduli di 1 m. x 50 cm. posti da Plessi sull’Albero della vita.
L’essere sempre verde dell’abete, simbolicamente legato ai poteri femminili della procreazione, rappresenta altresì l’energia vitale della terra e nella fattispecie un intenso legame con mare e cielo.
Tale è l’incanto dell’insieme da fare scordare la sua natura digitale.
Ed allora per quale magica via Plessi ha fatto confluire il flusso dell’oro presente nelle vetrate di Palazzo Correr sino ai moduli posti tra i rami dell’Albero della vita?
A noi appartenenti, come scriveva Montale in Falsetto alla “razza di chi rimane a terra”, non è dato sapere l’origine di tali meraviglie.
Solo i Maestri sanno di sapienze alchemiche.
Forse un giorno accompagnato da un divertito sorriso Plessi ci renderà partecipi del suo segreto.
Liberi dalla rigidità di fusioni metalliche i moduli presenti sull’abete paiono animare l’estensione dei rami a dire di un grande abbraccio universale.
Quell’ampiezza al pari di una vela sembra attendere l’arrivo del vento al fine di solcare il flusso delle onde marine o elevarsi in volo affinché il nostro sguardo possa, seguendone le volute, rivolgersi al cielo.
Fabrizio Plessi – “L’età dell’oro” e “l’Albero della vita” – Piazza San Marco, fino al 6 gennaio 2021
Mauro Bianchini