Busto A. – Appassionati di storia del territorio e fotografia o semplicemente curiosi del passato, potranno approfondire le proprie conoscenze consultando il nuovo sito www.fotoarchiviobusto.it ideato dall’Archivio fotografico italiano.
“E’ stato un lungo periodo di studio e impegno,– sottolinea Claudio Argentiero, presidente AFI – dal recupero delle immagini, alla realizzazione grafica fino alla creazione delle gallerie dedicate e la creazione di una collezione ragionata di fotografie storiche e contemporanee sulla città. Un lavoro che mette in evidenza la ricerca e la ricostruzione storica non solo di luoghi ma anche di personaggi che, ognuno nel proprio ambito, sono stati i protagonisti di epoche differenti e significative per la città. Una testimonianza condivisibile che sarà utile nel futuro soprattutto alle nuove generazioni“.
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Il sito dunque diventa un prezioso contenitore di informazioni dal quale poter attingere, per sviluppare riflessioni, attivare ricerche e produrre materiale divulgativo. Alla realizzazione del sito hanno contribuito oltre ai cittadini che hanno donato parte del materiale, anche storici locali che hanno impreziosito e documentato le memorie e i fatti. È e sarà un concreto contributo per tutti coloro che domani vorranno conoscere le proprie radici, i luoghi in cui vivono e operano.
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“La collezione è in continua crescita, – precisa Argentiero – dal 2021 ci attiveremo per reperire nuovo materiale attraverso iniziative mirate, consapevoli che la storia e l’identità dei luoghi si ritrovano negli album delle famiglie, delle aziende e delle varie Istituzioni, che potranno così essere condivise e scoperte. L’archivio non è il luogo dell’elaborazione, della manipolazione e della sofisticazione, ma della documentazione, capace di parlare ai sentimenti“.
Con un click inizia un viaggio a ritroso nel tempo per scoprire scenari inediti che hanno fatto da sfondo alla vita di familiari, rendendo omaggio ai propri antenati. Una sorta di “turismo delle radici” utile a promuovere e valorizzare il territorio. L’invito alla città è dunque quello di continuare ad aprire vecchi cassetti e armadi impolverati in soffitta… alla ricerca di “nuove” storie da svelare.
E.Farioli