Hanno riaperto alcuni spazi espositivi nelle Regioni diventate gialle altri potrebbero essere temporaneamente chiusi. Chiedete sempre conferma contattando le sedi.
Gallarate – In occasione del centenario della nascita di Ottavio Missoni, stilista e artista il Museo MA*GA presenta il nuovo allestimento della “Sala Arazzi”a lui dedicata. La sezione, divenuta parte permanente della collezione, conserva una serie di grandi arazzi realizzati in patchwork di tessuto a maglia, allestiti in uno spazio immaginato dal figlio Luca Missoni e progettato da Angelo Jelmini, per sottolineare la valenza di queste particolari realizzazioni tessili che, a partire dagli anni Settanta, sono diventati esclusiva tecnica, per materia e colore, sia nel campo della moda sia in quello dell’arte. Verrà esposta una selezione di studi originali, da sempre disegnati con pennarelli colorati su carta a quadretti, realizzati per progettare le creazioni . Una scelta di tessuti in maglia alcuni dei quali già esposti nel 1975 alla sua prima mostra alla Galleria Il Naviglio di Venezia. Una serie di dipinti policromi in acrilico su tavola creati in forma sperimentale nei primi anni ’70. Parte dell’allestimento presenta la luminosa carriera sportiva di Ottavio, dal 1947 atleta della Società Ginnastica Gallaratese, culminata alle Olimpiadi di Londra del 1948 con la finale nei 400 metri ostacoli”. Il Museo è aperto al pubblico dal martedì al venerdì dalle 11 alle 16. Intanto proseguono, nelle altre sale anche le mostre “Marzia Migliora. Lo spettro di Malthuse” e “La fantasia è un posto dove ci piove dentro. Dalle Lezioni Americane di Calvino alla collezione del MA*GA”. Consigliata la prenotazione telefonando allo 0331.706011 (attivo durante gli orari di apertura del Museo).
Busto Arsizio – “Giuseppe Bossi e Raffaello – Opere dalle Collezioni civiche e private” è la mostra ospitata nelle sale di Palazzo Cicogna. L’esposizione, a cura di Silvio Mara, rappresenta il contributo bustocco all’evento diffuso “Raffaello. Custodi del mito in Lombardia”, organizzato in occasione del cinquecentenario del maestro urbinate, ed è strettamente collegata all’esposizione allestita al Castello Sforzesco di Milano e a quella organizzata a Brescia al Museo di Santa Giulia. Oltre a disegni, dipinti e documenti sono esposte, per la prima volta, alcune preziosità come una lettera inviata a Bossi da Antonio Canova, conosciuto dall’intellettuale bustocco durante il soggiorno a Roma. La mostra rimarrà in calendario sino al 2 maggio con i seguenti orari: martedì, mercoledì e giovedì 14.30-18.30; venerdì 9.30- 13 /14.30 – 19.30.
Busto A. – Un’altra esposizione allestita a Palazzo Marliani Cicogna, programmata nell’ambito della rassegna “Uno spazio per l’arte” è dedicata alla scultrice varesina Paola Ravasio. La mostra, intitolata “La voce del corpo”, raccoglie una selezione di sculture dell’artista realizzate in differenti materiali come gesso, resina e bronzo ispirate alla figura che assume forme antropomorfe spesso contrapposte alla geometria. Affianca le sculture una serie di lavori grafici in bianco e nero. Altre opere della scultrice sono esposte nel loggiato della casa editrice De Piante (via Zappellini). La mostra continua fino al 12 marzo; orari: martedì, mercoledì e giovedì 14.30-18; venerdì 9.30- 13 / 14.30 – 19.30.
Varese – “American Illusions” è il titolo della tripersonale ospitata negli spazi della galleria Punto sull’Arte. L’esposizione si concentra, in particolare, sulla veduta urbana attraverso le voci di tre artisti che, con differenti tecniche, fanno riflettere sul potere persuasivo dell’immagine, sul suo grado di veridicità e sulle trappole della percezione. In mostra le opere del francese Jean-Marc Amigues che costruisce le sue visioni con una verosimiglianza chirurgica per poi immergerle in una nebbia di velature che confondendo i contorni crea atmosfere noir mentre il ribaltamento della prospettiva apre ampie zone di vuoto con richiami all’astratto. Invita invece a una sfida concettuale Claudio Filippini con le sue millimetriche vedute di dettagli pittorici che contraddicono l’apparenza iperrealista comunicando vibrazioni sonore e suggestioni. Sulle vedute aeree, spogliate dalla presenza umana e di ogni dettaglio superfluo, si concentra la ricerca di Andrea Gnocchi che riducendo le architetture a contrappunti astratti di bianchi e di neri lascia dilagare cromatismi impossibili che enfatizzano il senso di irrealtà. Accompagna la mostra un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte e il testo della curatrice Alessandra Redaelli. Fino al 6 marzo. Orari: martedì – sabato: 10-13/15-19. Per informazioni: 0332 320990 / info@puntosullarte.it.
Varese – “…e quindi uscimmo a riveder le stelle- Dante nel presente tra Natura e Sociale” è la collettiva allestita in sala Veratti. L’esposizione, a cura di Fabrizia Buzio Negri, organizzata in occasione del settecentesimo anniversario della morte del sommo Poeta, vede coinvolti trenta artisti che si sono ispirati alle visioni legate alla Divina Commedia. Ognuno ha interpretato le proprie emozioni con differenti linguaggi, stili e tecniche, rispondendo allo stimolante tema della mostra con la scelta di vari passaggi delle tre Cantiche, calandosi in quel viaggio dell’anima compiuto dall’Alighieri. E’ possibile ammirare il percorso della collettiva anche attraverso un filmato realizzato da Guido Nicora sui versi dalla “Commedia” di Dante, il reading dell’attrice Gloria Dusi e i testi del curatore tratti dal catalogo (https://youtu.be/Tty6vUa2OM0). Fino al 28 febbraio; orari: mercoledì -giovedì-venerdì dalle 15 alle 17.
Masnago – La mostra “Nel salotto del collezionista” con capolavori di Francesco Hayez, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Gaetano Previati, Giacomo Balla e Adolfo Wildt riapre al pubblico.L’esposizione, curata dallo storico dell’arte Sergio Rebora, è un affresco dello spirito e dei valori di un’epoca, un viaggio di scoperta della Varese di fine Otto e inizio Novecento, dove si fondono e si intrecciano crescita, arte e mecenatismo. Il percorso si snoda attraverso dipinti, sculture e oggetti d’arte decorativa e archeologici. A cavallo dei due secoli, esponenti della borghesia locale si affacciano al collezionismo con raccolte di grande pregio. Come ad esempio quella dei coniugi Bonazzola, poi destinata al comune di Varese, oppure la raccolta di Guido Rossi, imprenditore tessile originario di Gallarate, andata ad arricchire il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Fino al 2 maggio; orari di apertura: dal martedì al venerdì 9.30 – 12.30/14 alle 18.
Saronno – Al Chiostro Arte Contemporanea, in viale Santuario, è possibile visitare “Light, camera, action! Hollywood & Cinecittà”, una selezione di oltre cento fotografie vintage del cinema dagli anni ’50 agli anni ’80. Immagini in bianco e nero delle pellicole hollywoodiane e romane, ispirate ai più bei film d’epoca, interpretati da celebri attori. Si tratta in particolare di ritratti, momenti salienti, scene corali, scatti del backstage di set cinematografici italiani e americani. Le stampe furono prodotte da diverse agenzie tra le quali Ansa in Italia e Century Fox di Los Angeles, immagini distribuite alle redazioni per promuovere le uscite su grande e piccolo schermo, consuetudine che anche la RAI attivava in occasione delle sue produzioni. Fino al 28 febbraio. Orari al pubblico: da martedì a sabato 10-12,30; su appuntamento, (T. 02/9622717-338/7720417) anche il pomeriggio e la domenica.
Lecco – Riaprono le porte di Palazzo delle Paure dove è ospitata la mostra “La Scapigliatura. Una generazione contro”. Ottanta le opere esposte, tra pitture e sculture, provenienti da musei pubblici e collezioni private, dei maggiori esponenti come Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni, Giuseppe Grandi e dei loro seguaci, per approfondire i molti aspetti di una nuova tendenza che nasce letteraria per esprimersi anche in altre discipline. Il percorso è suddiviso in sezioni che indagano i diversi momenti e le differenti personalità che hanno caratterizzato la Scapigliatura offrendo un momento di riflessione sulle origini del movimento pittorico, con opere di Giovanni Carnovali detto il Piccio, di Federico Faruffini e degli altri “esponenti” del nuovo stile. Una sezione è dedicata all’importante eredità dell’esperienza scapigliata, che aprì la strada alla ricerca dei futuri divisionisti, come ad esempio Giuseppe Pellizza da Volpedo e Giovanni Segantini. L’esposizione sarà visitabile fino al 2 maggio il mercoledì, 14-18; giovedì e venerdì, 10 -13/14-18.
Milano – La Leica Galerie di via Mengoni presenta la mostra “Ultra– Flowers” una collettiva che vede coinvolti i fotografi Pietro Baroni e Marco Casino, assieme allo scenografo Andrea Bottazzini. Curata da Denis Curti, critico ed esperto di collezionismo fotografico, l’esposizione si compone di 23 still life di fiori e piante dai colori inusuali, un mondo cromatico che solo alcuni animali (come gli insetti ad esempio) possono normalmente percepire. Gli artisti hanno infatti creato le proprie opere, utilizzando una luce multi-spettro, (come quelle in dotazione alla Polizia Scientifica per la rilevazione di tracce comunemente invisibili), filtri colorati, treppiede e tempi di esposizione di parecchi secondi. La collaborazione con lo scenografo Andrea Bottazzini ha permesso poi di creare composizioni e sezioni di fiori che ricordano la flora e gli erbari d’immaginari pianeti lontani. La mostra rimarrà in calendario sino al 13 marzo. Per informazioni o prenotazioni: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-mostra-ultra-flowers-leica-galerie-milano-138284822627
Milano – Twenty14 presenta, nelle sale di via Saffi, la prima mostra italiana dell’artista tedesca Alina Maria Frieske intitolata “Abglanz”, che in tedesco significa riflesso. L’esposizione raccoglie una serie di collage in cui centinaia di frammenti presi da varie fotografie vengono assemblati in nuove immagini come fossero pezzi di diversi puzzle, mescolati e abbinati in un unico tableau. Si tratta di un corpus di lavori che ci rimanda al mondo digitale nella forma, ma nella pratica ammicca alla tradizione pittorica. Attraverso queste composizioni Alina tira le fila della nostra percezione su più livelli, lasciando lo spettatore incerto sull’oggetto del suo sguardo. I soggetti ai quali fa riferimento l’artista sono prevalentemente domestici e il materiale di base con cui sono costruiti proviene da immagini caricate su piattaforme di condivisione online e social network. Queste, combinate tra loro, si mimetizzano nella reciproca imitazione. La mostra è integrata con un’approfondimento digitale in partnership con la piattaforma Art Curator Grid. Fino al 31 marzo.
Bologna – È un incontro tra due delle più raffinate civiltà estetiche del Settecento italiano – la bolognese da una parte, la veneziana dall’altra, quello proposto dalla mostra”Le plaisir de vivre. Arte e moda” allestita al Museo d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini. Il progetto espositivo curato da Mark Gregory D’Apuzzo, Massimo Medica e Chiara Squarcina costituisce l’apice conclusivo delle celebrazioni che nel 2020 hanno accompagnato il centenario del Museo Davia Bargellini e l’omaggio al suo fondatore Francesco Malaguzzi Valeri che il 30 maggio 1920 lo inaugurò all’interno del senatorio Palazzo Bargellini nel corso del suo incarico come Direttore della Pinacoteca di Bologna e Soprintendente alle Gallerie del capoluogo e della Romagna. Nelle sale si possono ammirare modelli di abbigliamento e accessori della moda sia femminile sia maschile (abiti, calzature, copricapi d’epoca), che rappresentano lo spirito frivolo e spensierato dei veneziani in fatto di moda nel XVIII secolo. Realizzati in tessuti impreziositi da ricami e merletti, questi manufatti documentano la straordinaria perizia degli artigiani del tempo nella creazione della lussuosa eleganza. La mostra si amplia online con una serie di 14 video-clip in cui figuranti in costume danno vita a una suggestiva rievocazione del Settecento attraverso momenti di racconto, danza e lettura. Scene di vita quotidiana con tanto di accessori d’epoca, accompagnate da spiegazioni di dipinti e curiosità sui numerosi passatempi dell’epoca. Fino al 12 settembre; orari: martedì, mercoledì, giovedì 9– 14; venerdì 10 – 19. Prenotazione obbligatoria: tel. 051 236708 (dal martedì alla domenica h 10 – 14) – musarteanticascuole@comune.bologna.it.
Bologna – “Morandi racconta. Tono e composizione nelle sue ultime nature morte” è la mostra, a cura di Giusi Vecchi allestita al Museo intitolato all’artista dove prosegue Re-Collecting, ciclo che approfondisce temi legati alle collezioni, indagandone aspetti particolari e valorizzandone opere solitamente non visibili o non più esposte da tempo. Dopo la rassegna dedicata ai Fiori, è ora la volta di una nuova esposizione incentrata sulla natura morta, tema al quale Morandi ha maggiormente legato la sua fama. I 10 lavori in mostra appartengono tutti all’ultima stagione della ricerca artistica morandiana, che va dal secondo dopoguerra agli anni Sessanta, caratterizzata da una cospicua produzione e da una ricchezza creativa, che fa registrare un numero altissimo di nature morte (quasi settecento) rispetto all’esiguo numero di paesaggi (poco più di cento).Questa fase matura della vicenda artistica morandiana vede affermarsi l’idea di serie e di variante. Gli oggetti protagonisti dei dipinti del periodo, pur essendo sempre gli stessi (bottiglie, scatole, vasi) risultano però investiti da un’atmosfera carica di una più limpida tensione psicologica, rappresentati ora nella loro suggestiva monumentalità ora costretti in un’architettura in cui le forme si compenetrano e si rincalzano, serrandosi in blocchi compatti al centro della tela. Ed ancora, in altri suoi lavori vengono allineati o sfalsati di poco tra loro, quasi a scomparire l’uno dietro l’altro, colpiti da una luce che schiarisce la scena mentre la materia pittorica si alleggerisce sfumando nelle diverse gradazioni di bianchi e di grigi, sino a dissolversi come visibile negli ultimi lavori. Fino all’ 11 aprile. Orari di apertura: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì: 14- 19.