Il Myanmar è un paese di strabordante spiritualità. Non si può non rimanere affascinati dalla presenza incessante dell’elemento religioso. Il credo più diffuso è il Buddhismo, in particolare la corrente chiamata Theravada. Quasi il 90% della popolazione è buddhista, ma in Birmania vi sono anche seguaci dell’induismo, musulmani, cristiani e nelle strade delle città ci si imbatte di frequente in templi induisti e moschee, sebbene siano le pagode a tratteggiare il peculiare panorama dei paesi e dei villaggi birmani. Il Myanmar, grazie al Buddhismo Theravada, rappresenta uno dei centri principali per la pratica e l’insegnamento della meditazione Vipassana.
Per capire la Birmania è quindi indispensabile entrare in sintonia con i principi del buddhismo (o almeno provarci…). Ecco altre tre frasi per continuare il cammino:
La domanda è stata spesso posta: Il buddhismo è una religione o una filosofia? Non importa come la chiami. L’etichetta è sempre irrilevante. Persino l’etichetta “Buddhismo” che diamo agli insegnamenti del Buddha ha poca importanza. Il nome che scegliamo non è significativo… Allo stesso modo la Verità non ha bisogno di etichette: non è né buddhista, né cristiana, né induista né musulmana. La verità non è il monopolio di nessuno. [Walpola Rahula]
Nella sua pacifica marcia, che dura da venticinque secoli, il Buddhismo ha diffuso fra le popolazioni raggiunte una serenità e una benevolenza che son ormai tipiche di quelle genti. Il Buddhismo, ricco d’intelligenza, indica come massima virtù la bontà. [Alessandro Bausani]
Nei paesi buddhisti niente è mai terribilmente riprovevole, nessuno ti rinfaccia mai qualcosa, nessuno ti fa mai una predica o cerca di darti una lezione. Per questo le persone sono piacevolissime e fanno sentire a loro agio tanti giovani viaggiatori occidentali, in cerca appunto di libertà. [Tiziano Terzani]
Riporto qui un terzo estratto del mio racconto “MoonSoon”, tratto dalla raccolta “Strade Stralunate” del 2016: Vallate rimaste ancora misteriose, versi scritti dalla luce, ovunque rugiada e pace. Mani che modellano gli elementi con sapienza, argento, seta, metallo, rubini: passaggi di stato, dalla materia all’anima. I fiumi sono le vene della Terra: è qui, a pelo d’acqua, che scorre l’esistenza, il ritmo antico del divenire. Gesti lenti, sguardi composti e i sorrisi increduli che indelebili accompagnano il nostro passaggio. Sembra di tornare all’origine del Mondo. Palafitte, barche, legno, corda: l’uomo al suo primo giorno.
Riassumo infine tappe del viaggio in Birmania di 12 giorni: Yangon (Rangoon) Buddha Sdraiato (Chaukhtatgyi Buddha), Buddha Seduto (Ngahtatgyi Buddha), Scott’s Mark, Sule Paya (pagoda rotonda), Shwedagou Paya, Mingun Mingun paya, Mya Thain Tan Paya, Mingun Bell, Mandalay, Tempio Teak Skwenandow, Mandalay Hill, Tempio Mahamuni, Sagain Hill, Umin Thounzeh, Soon u Ponya, Amarapura (monastero buddhista) Maha Ganayon Kyaung, Inwa Ava Bagaya Kyaung, Amarapura bridge, Discesa del fiume Irrawaddy in battello, Bagan (Shwezigon paya, Kyanzitthaumin, wetkyi-ingubyaukgyi, Alodaw pyi temple, Hti Lominlo Patho, Botteghe artigianali produzione di lacca, Shwesandaw Paya, Ananda Patho) Escursione al monte Popa, Shwesigon Paya, Old Bagan, Gawdaw palin patho, Sulamani Patho, Kalaw, Lago Inle (attraversata in barca), Phaung daw do paya, Inthein, Nyaung Ohak, Shwe Inthein Paya, Alodaw pauk pagoda anampan, Pagoda dei gatti che saltano, Orti galleggianti, Tempio delle finestre ovali, Kakku, Villaggio tipico dell’etnia pa-o.
Ivo Stelluti,
Il Viaggiator Curioso