Venezia – L’etoile di Hélène Jacubowitz concepisce nella sua armoniosa silhouette una “Printemps Eternel” (2021).
In quella postura pare in attesa di un alito di vento per librarsi oltre la base sulla quale è stata posata dalla sua creatrice.
La sinuosità del portamento tende a definire l’estrema lievità del corpo teso a eternizzare l’essenza dell’attimo che precede lo stacco dalla superficie e quello del ritorno dopo la sospensione aerea della danza.
La famigliarità con l’arte, Hélène Jacubowitz l’ha matura grazie al padre noto orafo e al fratello famoso designer di gioielli.
Inoltre i suoi studi l’hanno portata alla frequentazione di docenti quali Petr Schlosser e in seguito lo scultore cileno Ruperto Urzua professore all’Istituto Superiore nazionale di belle Arti di Anversa, sua città natale.
L’intenso blu che ne definisce il corpo attrae sulla sua superficie i riflessi della natura attorno, ridefinendo ogni distinto elemento di una rigenerata connotazione informale.
Le mani congiunte sopra il capo paiono chiudere i valori simbolici dell’intelletto entro il quale alberga la dedizione e la consapevolezza del ruolo assegnatole da Hélène Jacubowitz, come quello di una eterna giovinezza.
Nell’unicità cromatica insita in quella flessuosa fisionomia si coglie la quiete, la serenità, l’armonia ma anche la mutevolezza del cielo e del mare visibili dai Giardini della Marinaressa dove l’opera, non a caso, è stata collocata.
Hélène Jacubowitz – “Printemps Eternel” – Giardini della Marinaressa Riva dei Sette Martiri 30122. Fino al 21 novembre. Orario: tutti i giorni 7-22
Mauro Bianchini