Milano – Chi è cresciuto sulle rive di un fiume quando qualcuno gli propone argomenti dove la realtà non collima con le parole risponde con una frase la cui origine si perde a ritroso nel tempo: “Non sono venuto giù con la piena”.
Poiché in un fiume in piena scorre di tutto ed è difficile distinguere la natura di quanto porta con sé.
Nei replicanti lavori di Davide Balliano (Torino 1983) alla sua prima personale alla Cardi Gallery, domina una cadenza seriale di sagome che rimandano sia all’ambito domestico, sia a quello industriale, simile ad un resistenza elettrica.
Su impuri sfondi bianchi si succedono silhouette di resistenze a tratti intaccate da corrosioni quale testimonianza di varie cadenze dovute all’usura e misurate colate di colore atto di naturali cedimenti.
A questo punto perché noi paesanotti non siamo venuti giù con la piena?
Non tanto perché si voglia denigrare il lavoro di Davide Balliano, ma per quanto appare nel comunicato stampa nel momento in cui viene messo in risalto il “peso dell’esperienza umana” come valore assoluto dell’artista, tendendo in maniera strumentale a non riconoscerlo a chiunque pratichi qualsivoglia forma d’arte, ma anche al comune mortale che con quotidiano lavoro tende a non fare mancare nulla alla propria famiglia.
Involontariamente comico, per cui controproducente, il riferimento al “moto imperioso della natura e ritmo ineludibile della storia”.
E ci fermiamo qui.
Peccato che il lavoro estetisticamente e concettualmente coerente di Davide Balliano sia accompagnato da un simile comunicato stampa.
Non ce ne voglia l’artista, ma a volte è salutare salvarsi con un pizzico di ironia; considerato il soggetto presente nelle sue opere e la storia della sua città nell’ambito della liberazione dal nazifascismo potremmo affermare “Ora e sempre Resistenza”.
Davide Balliano – Milano – Carsi Gallery, Corso di Porta Nuova 38. Fino al 26 marzo. Orari: lunedì-venerdì 10-18,30 – sabato 11-18
Mauro Bianchini