Milano – Il percorso espositivo intrapreso dalla Galleria Milano si fonda sulla ricerca filologica nei confronti di artisti con i quali ha collaborato in passato, come Enzo Mari e Betty Danon.
Attualmente in corso, “Il colore della mente” dell’artista architetto giapponese Shusaku Arakawa ( Nagoya 1936 – Manhattan 2010) in passato presente in galleria con due personali nel 1983 e nel 2000; quest’ultima insieme a Madeline Gins.
Il suo percorso di formazione inizia nel 1961 quando lascia il Giappone per New York dove incontra Marcel Duchamp che lo introduce nell’ambiente artistico della Grande Mela frequentato da John Cage, Jasper Johns e Robert Rauschenberg.
In quel periodo prende avvio la sua ricerca composta da parole, segni, morfemi, incastri numerici, ombre e luci e differenti tonalità cromatiche.
La mostra, attualmente in corso allo spazio milanese, si compone di tele, carte e grafiche che vanno dagli inizi degli anni ’60 sino al primo decennio successivo ad esplicare come la ricerca dell’artista giapponese tenda a definire l’equazione spazio-tempo attraverso frecce direzionali correlate da apparizioni numeriche che paiono emergere dalla sintesi di un percorso concettuale oltre il quale si arriva alla ridefinizione minima della forma.
Alfabeti minuziosamente incolonnati animano appuntite frequenze multicolori, il cui moto pare compiere un razionale ricamo mosso da frenetiche tensioni spaziali.
Gillo Dorfles definì i lavori di Arakawa < costruzioni spaziali che potrebbero essere definite iper-cubiche >.
Shusaku Arakawa – “Il colore della mente” – Milano – Galleria Milano Via Manin 13, Via Turati 14. Fino al 3 maggio. Orario: martedì-sabato 10-13,30/15-19
Mauro Bianchini