Tremezzina (CO) – E’ uno dei più grandi maestri di tutti i tempi, in grado di trasformare l’idea della scultura e la sua tecnica, di creare capolavori immortali, diventati popolari e riprodotti in tutto il mondo. In occasione del secondo centenario della morte di Antonio Canova (1757 – 1822), Villa Carlotta celebra l’eredità del maestro con la mostra dossier dedicata al Palamede alla quale seguiranno altre attività volte ad esplorare l’universo canoviano attraverso i capolavori custoditi nella Villa: dal Palamede al gesso originale della Musa Tersicore, fino alle copie antiche di Amore e Psiche e della Maddalena penitente.
“Il Palamede di Antonio Canova”, questo il titolo della mostra, ruota intorno all’opera simbolo di Villa Carlotta e intende invitare il pubblico a intraprendere un inedito percorso alla riscoperta dell’autore, attraverso il confronto tra le opere del museo e alcuni importanti prestiti, provenienti da collezioni pubbliche e private. Corteggiato dai potenti, idolatrato da collezionisti di mezza Europa, facoltosi viaggiatori che durante il Gran Tour passavano per la sua bottega romana, Canova seppe farsi interprete dell’ideale classico in opere di grande fascino e sorprendente modernità, in quell’epoca di grandi cambiamenti segnata dalla Rivoluzione francese e dal regime napoleonico.
La mostra si apre con un prestito d’eccezione, il “Ritratto di Giovanni Battista Sommariva” di Andrea Appiani proveniente dall’Accademia Carrara di Bergamo, e tra le opere esposte ci sono anche la raffinatissima edizione illustrata, stampata da Giambattista Bodoni, dell’opera di Gherardo De Rossi, “Scherzi poetici e pittorici”, che riporta la dedica di Vincenzo Monti “Al Sig. Conte Sommariva” e l’ “Opera Omnia” di Filostrato, pubblicata a Lipsia nel 1709, dalla quale Canova ha ricavato la storia dell’eroe. Si tratta di una testimonianza affascinante della passione collezionistica del bibliofilo Sommariva e dei suoi contatti con i circoli letterari dell’epoca, che ci suggeriscono la sua familiarità con quelle fonti letterarie dalle quali sono nate le sculture di Canova. In mostra anche la stampa dell’incisore Pietro Bettellini su disegno di Jean Baptiste Joseph Wicar che riproduce il Palamede di Canova, donata a Villa Carlotta proprio per questa importante occasione da Trippini Stampe antiche.
La fortuna della scultura è testimoniata dalla raffinata collezione di calchi in gesso, tratti da gemme incise, dalle incisioni, dalle fotografie d’epoca. La mostra si chiude con una serie di immagini del Palamede nella sua collocazione nel salone dei marmi, in uno nello spettacolare allestimento voluto dal Duca Giorgio II di Sassonia Meiningen che è stato mantenuto fino all’inizio degli anni Duemila, quando l’opera è stata allestita in una sala a lei interamente dedicata, tra due specchi, come l’aveva voluta il suo antico proprietario.
E’ possibile approfondire la mostra e l’opera dell’artista attraverso la visita guidata intitolata “Canova all’opera”, in programma sabato 28 maggio alle 15 (prenotazione dal sito tramite il servizio di biglietteria online LINK. La visita alla mostra è compresa nel biglietto d’ingresso
L’esposizione rimarrà in calendario sino al 5 giugno con i seguenti orari: lunedì – domenica 10 – 19 . Informazioni e biglietti: www.villacarlotta.it