Lodi – La necessità intima di comunicare attraverso il colore, il gesto, la linea e la composizione. Una narrazione pittorica dal grande impatto emotivo quella dell’artista Mario Benedetto che da oggi (venerdì 10 giugno alle 18) inaugura la personale dal titolo “Homo Sum” alla Bipielle Arte.
Oltre settanta opere fra dipinti ad olio, disegni, incisioni e Accept-painting raccontano di una figurazione moderna, immediata e incisiva tanto nel segno quanto nelle soluzioni cromatiche. E’ una pittura che arriva direttamente al cuore, spontanea nella forza delle immagini, che prende spunto dall’interesse dell’artista per l’umanità in tutte le sue espressioni e dal fortissimo legame con la sua terra di origine, la Calabria, non intesa come paesaggio ma come territorio, espressione di valori, di vita vissuta, di storie pubbliche e private.
La mostra, a cura di Vera Agosti, si concentra sull’attività pittorica e figurativa di Benedetto, dagli anni Settanta ad oggi e ha come punto di partenza le storie dei suoi personaggi dipinti, incisi o disegnati, rivelatori di sentimenti, sogni, delusioni e gioie.
Il titolo stesso della mostra, Homo sum, – Sono un uomo – , è l’abbreviazione della frase latina Homo sum, humani nihil a me alienum puto, ovvero – Sono un essere umano, niente di ciò che è umano mi è estraneo – , utilizzata da Terenzio nella sua commedia Heautontimorùmenos (Il punitore di se stesso, v. 77) del 165 a.C. Citazione che ben “incarna” l’interesse per tutto quello che riguarda l’umanità, basilare nella ricerca dell’artista.
Uomini o donne, giovani o anziani. Nei volti, negli sguardi, nelle posture e nei gesti di tutti loro si legge chiaramente quella che è la loro storia: attraverso i suoi personaggi Mario Benedetto, (nato nel 1947 a Scilla) , racconta semplicemente l’esistenza così com’è nella sua trasparenza, nella sua crudezza, e lo fa attraverso l’intensità del lavoro pittorico che riflette la passione e il sentimento che lo legano a quelle storie, a quei volti, a quei territori, che lui conosce bene perché visti e soprattutto vissuti.
Sottolinea la curatrice: «L’interesse per tutto quello che riguarda l’umanità è basilare nella ricerca di Mario Benedetto, che, avulso da finalità politiche, abbraccia da anni un umanesimo glorioso e lirico, spesso raccontando le storie degli umili o dell’uomo della strada. Proprio la necessità impellente e urgente della narrazione spinge l’artista al ricorso continuo alla figurazione, per essere compreso in una maniera il più possibile immediata ed efficace».
Il nucleo maggiore delle opere esposte sono oli su tela, alcuni anche di grandi dimensioni.
Lavori fortemente contemporanei capaci di trascinare all’interno del racconto iconico l’osservatore: sia che si tratti di antiche storie di braccianti, di donne anziane superstiziose legate ancestralmente a una terra antichissima confusa tra mitologia e leggenda , o ancora di emigranti che arrivano al Nord in cerca di fortuna; sia che si tratti di giovani ragazze messe sotto scacco dalla moderna tecnologia o di tragedie e tensioni sociali della nostra storia più recente, come uomini, donne e bambini che scappano dalle guerre e dalla povertà arrivando sulle nostre spiagge.
Il pensiero creativo e le emozioni di Benedetto vengono sostanziate da una tessitura cromatica forte, dal colore sapientemente usato per dare consistenza agli elementi compositivi, nonché dall’attenzione che l’artista pone alla luce per avere sempre una lettura piena dell’opera, anche quando il colore non c’è e la storia è narrata in bianco e nero, ma non per questo priva di partecipazione sentimentale da parte dell’artista.
La scelta di dare al racconto pittorico il ruolo predominante, mostrando la vivacità e la forza comunicativa delle tele, nasce dalla volontà di mettere il visitatore al centro di un grande affresco di vita fatto di tante storie, dove chi osserva è libero di scegliere da dove iniziare.
Completano la mostra alcuni disegni a tecnica mista, diverse incisioni, oltre a sette Accept-Paintings, collages realizzati nell’ultimo decennio dove convivono grafica, disegno, pittura e fotografia. Opere realizzate con materiali di recupero che si sovrappongono uno sull’altro per letture molteplici, dove le parole completano il piano compositivo e cromatico facendo emergere in maniera ironica e critica il pensiero dell’artista su alcuni dei personaggi più importanti del mondo culturale, politico e sociale: fra questi Don Tonino Bello, dichiarato venerabile da Papa Francesco nel novembre del 2021, Anna Politkovskaya la più famosa giornalista russa che ha pagato con la propria vita la ricerca delle verità, e Nicola Gratteri, magistrato calabrese che combatte a viso aperto mafie e ingiustizie.
Accompagna la mostra un catalogo contenente i testi di Vera Agosti, Marzio Dall’Acqua, Marco Fiori, oltre a due estratti critici di Robin Lehleitner ed Emidio Di Carlo. ArteVia Polenghi Lombardo. All’inaugurazione, nella sede di Spazio Tiziano Zalli sarà presente l’artista e la curatrice. L’esposizione sarà aperta al pubblico sino al 3 luglio nei seguenti orari: giovedì e venerdì 16-19; sabato e domenica 10- 13/16-19. Per informazioni: Tel: 0371.580351; bipiellearte@fondazionebipielle.it