Lugano – Se fosse possibile dare forma visiva alla personalità di Marcel Broodthaers, questa sarebbe paragonabile a un continuo succedersi di fuochi d’artificio.
Con progettuale ironia, non disgiunta da elevato potenziale ludico, Marcel Broodthaers (Saint Gilles 1924 – Colonia 1976) ha dato vita a opere legate tra loro da impulsi dettati da stilemi classici con loghi di icone universalmente riconosciute.
A rendere omaggio alla dinamica creatività dell’artista francese concorre “Marcel Broodthaers Poesie industriali” in corso al Museo d’arte della Svizzera italiana a Lugano, a cura di Dirk Snauwaert e Charlotte Friling, in collaborazione con WIELS di Bruxselles.
La mostra prende avvio dalle “Poesie industriali” per arrivare al progetto del Musée d’Art Moderne, Department des Aigles”, Museo fittizio di cui si autoproclamò direttore e curatore e dove tra le altre provocazioni appare la scritta “enfants non admis”. Non mancano riferimenti ad artisti come Mallarmé e Magritte, per Broodthaers vero modello di riferimento, che lo ha portato a creare “Livre Tableau ou Pipes et formes”, nella fattispecie l’icona della pipa acquista pari dignità geometrica nei confronti di forme quali il cubo, la piramide e il cilindro.
Quanto mai irriverenti le 36 placche dove attraverso acrobazie linguistiche vengono creati moti contraddistinti da cadenze ambigue e controvertibili.
Nel “Musèe Section Cinema” una serie di frecce direzionali pare affermare l’idea che ad ogni indicazione ne corrisponde un’altra uguale e contraria.
“L’Alphabet” tende a muovere una cantilena dove virgole e punti esclamativi fanno “tirare il fiato” a chi è impegnato a cadenzare la successione tra una lettera e l’altra.
“Marcel Broodthaers. Poesie industriali” – Lugano, Museo d’arte della Svizzera italiana, Via Canova 10. Fino al 13 novembre. Orari: martedì – domenica 10-18
Mauro Bianchini