Venezia – Nella storia del cinema vi fu un regista che per la lievità con cui muoveva la macchina da presa, caratterizzando allo stesso tempo l’impianto scenico e narrativo di intensa pregnanza emozionale, venne consacrato alla storia con la definizione “Il tòcco di Lubitsch”.
Osservando le opere di Tinley Hardiment “Touch Paintings” (2020 – 2021) eseguite a olio su alluminio e presentate a Palazzo Bembo in occasione della 59° Biennale d’Arte, poste le une accanto alle altre come una sequenza cinematografica, si coglie l’intensità e la misurata eleganza del tatto tale da creare un armonioso connubio tra il rosso delle forme e il profondo mistero degli spazi neri.
La cadenza ritmica delle opere eseguite con il “tòcco” delle impronte digitali palesano uno stretto rapporto tra intima gestualità e precisa scelta cromatica.
Un moto operativo tale da rivelare passione sentimentale, bellezza, sensualità, mistero, tensione emotiva, ma anche decisione e equilibrio esecutivo.
La narrazione cromatica di Tinley Hardiment porta a intense cadenze simboliche come quelle associate alle dita: depositarie di vita, di giudizio e senso della misura, della decisione e al tempo stesso dell’equilibrio, sino al silenzio meditativo dell’opera compiuta.
Il rosso, come un cuore pulsante, domina le opere di Tinley Hardiment.
Del resto le nobildonne nell’antica Romai vestivano di rosso.
Tinley Hardiment – “Touch Paintings” – Venezia – Palazzo Bembo, Riva del Carbon 30124. Fino al 27 novembre. Orario: Mercoledì-lunedì 10-18
Mauro Bianchini