Legnano -“Visioni viscontee”, il filone di esposizioni che intende valorizzare l’opera degli artisti attivi sul territorio, prosegue con due nuove mostre. Si tratta delle personali di Daniele Biaggi, dal titolo “Le forme dell’identità collettiva” e “Il segno della materia” di Fabio Scatoli che da domani, (sabato 8 ottobre), alle 16, verranno inaugurate nelle sale del Castello.
Per quanto riguarda “Le forme dell’identità collettiva”, l’ampia mostra, curata da Giorgio Fedeli, presenta diverse ma correlate pratiche di pittura (acrilico) e scultura (legno e scagliola), che hanno il loro focus poetico nel vissuto dell’uomo dentro la storia e la società.
Attraverso questi mezzi espressivi Biaggi porta alla luce le coordinate e le immagini che dal passato s’innestano nel presente e si proiettano in un domani da costruire. I riferimenti assunti dall’artista sono il popolo e la civiltà dell’Africa, da tempo termine di paragone esemplare del rapporto di convivenza o di forza tra diverse etnie, culture e valori. L’uomo africano è inquadrato come l’incarnazione onnicomprensiva di ogni minoranza a confronto col sistema dominante di turno, sempre in bilico tra predominio e integrazione, asservimento e libertà, cancellazione di valori socio-antropologici e la loro approvazione ed espressione.
La ricerca di Biaggi prende spunto e s’addentra nelle manifestazioni più iconiche del Continente nero, focalizzandosi su quell’alter ego africano del volto che individua singolarmente e, al contempo, unisce nella collettività della tribù e che è rappresentato dalla maschera.
“Il segno della materia”, la personale di Fabio Scatoli, a cura di Marina Arensi, allestita al piano terra della Pinacoteca Castello, restituisce attraverso la trentina di opere esposte la coerenza della ricerca avviata da Scatoli circa quarant’anni fa nel perimetro della non figurazione; una scelta da cui discende la cifra più vera dei suoi lavori, la fluttuazione costante di forma e significati tra uno stato definito e uno indefinito. È una condizione, questa, che permette ai lavori di Scatoli di sprigionare un messaggio multiforme e mutante quando incontrano la sensibilità e i riferimenti mentali di chi le osserva, diversamente da quanto accade di solito per la pittura di racconto e descrizione.
Nelle composizioni si intrecciano dialoghi di tassellature, si creano giustapposizioni, incastri di tessuti, legni e metalli, plastica e asfalto liquido dove gli effetti prodotti dalla fisicità dei materiali vissuti si sposano con le atmosfere cromatiche stemperate in vaporosità e addensamenti, squarciati da sprazzi di luce. Un linguaggio, il suo, sorretto dal gusto sicuro che guida le scelte di colore, nel colloquio dominante tra i bruni e i grigi; tra buio e luce, ombre e chiarori, in rapporti che possono esprimere anche tensioni plastiche e accennate profondità.
Le mostre sono visitabili sino al 30 ottobre nei seguenti orari: sabato e domenica 10 -12.30 / 15-19.
Note Biografiche
Daniele Biaggi, nato a Legnano nel 1968, dove risiede, è diplomato all’Accademia di Belle arti di Brera e vanta numerose collaborazioni con studi di decorazione, arredamento e grafica per lavori pittorici e grafici.
Fabio Scatoli, nato nel 1955 a Legnano, ha cominciato il suo percorso artistico all’inizio degli anni Ottanta nella Galleria Il Gelso di Lodi. Ha esposto in Italia e all’estero (Austria, Germania e Stati Uniti).