Novara – Eminenti cattedratici sostengono che per comprendere il presente sia fondamentale conoscere il passato.
E in alcuni frangenti risulta interessante approfondire un preciso periodo storico.
A conferire costrutto a tale tesi, attraverso il suffragio della pittura, concorre “Milano da Romantica a Scapigliata” a cura di Elisabetta Chiodini, coadiuvata da un comitato scientifico composto da Niccolò D’Agati, Fernando Mazzocca e Sergio Rebora, in corso a Novara presso il Castello Visconteo Sforzesco.
Il percorso espositivo composto da oltre settanta opere eseguite dai più rappresentativi maestri della pittura figurativa lombarda, si snoda attraverso otto sezioni tematiche che vanno dal Romanticismo alla Scapigliatura. Date tali premesse risulta fondamentale procedere con ordine.
Alla pari di una prefazione letteraria ad accogliere il visitatore è il capolavoro di Francesco Hayez (1791-1882) ispirato da un’opera narrativa di grande successo “I Lambertazzi e i Geremei” di Defendente Sacchi (1796-1840) dopodiché si varca la soglia della prima sala con riferimento alla “Pittura urbana” dove si coglie, attraverso le opere di Giovanni Migliara (1785-1837,) una “Veduta di piazza del Duomo in Milano” (1828) e la “Veduta dell’interno I.R. Palazzo del Governo” del 1834.
Suggestiva, inoltre, la “Veduta del canale Naviglio presa sul ponte di San Marco” (1834) di Giuseppe Canella (1788-1847).
Il passo successivo ci pone di fronte a “I protagonisti”, dove spicca il “Ritratto di Alessandro Manzoni” di Giuseppe Molteni (1800-1867) e di nuovo Hayez con lo straordinario “Ritratto della contessa Teresa Zumali Marsili con figlio Giuseppe” .
Dagli interni si passa a tumultuosi esterni con “Milano, da austriaca a liberata”, sezione dedicata alle Cinque giornate di Milano” e ai moti che li animarono .
Tra le altre opere spicca “Episodio delle cinque giornate. Combattimento presso Palazzo Litta” di Baldassare Verazzi (1819-1886) dove emerge il fervente eroismo dei milanesi.
“La storia narrata dalla parte del popolo” anima la quinta sezione dedicata alle opere dei fratelli milanesi Domenico e Giacomo Induno con il dipinto “Pane e lacrime”.
Il punto di vista pittorico cambia nella sala successiva con titolo quanto mai esplicito “Verso il rinnovamento del linguaggio: dal disegno al colore”.
Al “Libro di preghiere” di Eleuterio Pagliano (1826-19039 fa da controcanto il raffinato “Toletta antica” di Federico Faruffini (1833-1869).
Lontano dalle regole accademiche si pone “Il sistema di Filippo Carcano. “La pittura scombiccherata e impiastricciata”, quale indiscussa rottura con la consolidata tradizione pittorica dei primi decenni del secolo.
La sezione successiva porta “Verso la Scapigliatura” con i nomi di Tranquillo Cremona (1837-1878) e Daniele Ranzoni (1843-1889), questi con il “Ritratto della sorella Virginia” (1863-1864) mentre è di Cremona “Amaro calice” eseguito nel 1865.
Et voilà, l’esposizione si chiude con “L’affermazione del trionfo del linguaggio scapigliato” dove di nuovo assurgono a protagonisti Ranzoni e Cremona, mentre la tridimensionalità è affidata a due deliziose sculture in bronzo e gesso di Giuseppe Grandi, “La Pleureuse” (1875-1878) e “Beethoven giovinetto” datato a metà degli anni Settanta.
Milano Da Romantica A Scapigliata” – Novara – Castello Visconteo Sforzesco. Piazza Martiri della Libertà 3. Fino al 12 Marzo 2023. Orari: martedì-domenica 10-19. Aperture straordinarie: 1 novembre, giovedì 8 e lunedì 26 dicembre. Domenica 1, venerdì 6 e domenica 22 gennaio 2023. Biglietti: intero Euro 14. Ridotto Euro 10.
Mauro Bianchini