Cernobbio – Un corpus di opere di Giuseppe Veneziano si possono ammirare lungo le vie nel Borgo antico, alla Cernobbina Art Studio e per finire nelle sale di villa Bernasconi. Dieci lavori di cryptoart sviluppati dall’artista collocati: cinque in esterno, quattro in galleria accanto ad alcune tele esposte a testimonianza del lavoro per cui Veneziano è più conosciuto) e un ultimo lavoro, accompagnato da un breve filmato che ne spiega il senso, negli spazi espositivi Bernasconi.
Per la maggior parte gli NFT qui presentati fanno riferimento al repertorio più noto della storia dell’arte occidentale. Si tratta di un nucleo di opere che, a partire dal Rinascimento (Botticelli, Leonardo, Raffaello), guardano a Caravaggio, poi a Vermeer per spingersi più vicino a noi con riferimenti Van Gogh, Salvador Dalì e persino Maurizio Cattellan. L’autore, che è anche docente di storia dell’arte, “gioca” con questi capolavori rendendoli in uno stile apparentemente facile, ma li inserisce all’interno di una tecnologia recentissima, complessa e discussa come quella degli NFT rendendo le loro figure capaci di movimento e persino suono.
Le possibilità di lettura di questi NFT sono molteplici. La più immediata è decisamente “Pop-olare”. L’NFT dedicato a Zlatan Ibrahimović che tiene il pallone d’oro tra le mani fa riferimento al celeberrimo Creator Mundi di Leonardo. Così come la Madonna con il bambino che tiene tra le mani un cuore pulsante ci riporta alle tante raffigurazioni di Raffaello su questo tema. A La Cernobbina e poi visibile un corrosivo NFT che presenta due tra i più celebri personaggi di Walt Disney: Pippo e Topolino. La seconda lettura è più critica. Gli NFT che Veneziano ha dedicato all’Autoritratto di Van Gogh o all’Ultima Cena di Leonardo (presentato a Villa Bernasconi) o al dipinto La ragazza col turbante di Veermer sono “dispositivi” facilmente riconoscibili, ma vengono qui utilizzati per farci riflettere sulla contagiosa follia dei “selfie” da cui tutti siamo ormai contagiati. C’è poi una terza lettura. Quest’ultima porta a considerare il recentissimo fenomeno degli NFT in se stesso. Nell’arte contemporanea, ma non solo, è in corso un vivace dibattito che prende in considerazione le speculazioni finanziarie delle catene del valore (Blockchain) che li supportano: un fenomeno decisamente complesso che al momento infiamma le polemiche degli esperti d’arte di ogni parte del mondo.
L’evento nasce dal partenariato fra il Comune di Cernobbio e l’associazione Mediterraneo Sicilia Europa. L’esposizione “Giuseppe Veneziano. 10 NFT”, a cura di Aldo Premoli, proseguirà sino all’8 gennaio.
Note biografiche.
Giuseppe Veneziano si laurea in architettura all’Università di Palermo. Dal 2000 al 2002 è Direttore Didattico e Docente di Storia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti “Giorgio de Chirico” di Riesi. Dal 2002 si trasferisce a Milano, per dedicarsi alle attività di pittore e insegnante. La prima volta che il suo lavoro pittorico viene notato in ambito nazionale risale al 2004 in occasione della mostra dal titolo “In-Visi” curata dallo scrittore Andrea G. Pinketts presso il locale “Le trottoir”. Tra le opere esposte è presente anche un ritratto gigante di Osama Bin Laden. Ma l’opera che fece più discutere fu un ritratto dell’artista Maurizio Cattelan con un cappio al collo. Veneziano appese l’opera all’albero dove un mese prima l’artista padovano aveva appeso tre bambini fantoccio. I due ritratti dipinti di Bin Laden e Maurizio Cattelan divengono oggetto d’interesse dei media e pubblicate in copertina su “Flash Art”. Nel 2006 Veneziano fa di nuovo parlare di sé in occasione della mostra “American Beauty” presso la galleria “Luciano Inga Pin” in Milano. Fra le opere presenti viene esposto anche un quadro che raffigura la famosa scrittrice Oriana Fallaci decapitata. Il titolo dell’opera è “Occidente, Occidente”. Secondo gli intenti dell’artista quella raffigurazione voleva essere una riflessione sul clima di paura che viveva l’Europa dopo l’11 settembre e le stragi di Madrid e Londra. Nei giorni di apertura della mostra sia i media nazionali che internazionali diedero la notizia, aprendo un dibattito in cui intervennero: il Premio Nobel Dario Fo, il Ministro Roberto Calderoli, il fotografo Oliviero Toscani; i giornalisti: Lucia Annunziata (editoriale sulla “Stampa”) e Renato Farina (editoriale su “Libero”); i noti critici d’arte: Flavio Caroli e Philippe Daverio. La stessa Oriana Fallaci, indignata, scrisse diversi articoli chiedendo giustizia e invitando i giudici a processare l’artista; ne parlò anche in un articolo su “The New Yorker. Nel 2007 Veneziano partecipa alla VI Biennale di San Pietroburgo dove viene premiato per l’originalità del suo lavoro pittorico; nel 2008 è tra i venti artisti invitati a rappresentare l’ltalia alla mostra “Artâthlos” XXIX Giochi Olimpici di Pechino; nel 2009 partecipa alla IV Biennale di Praga. Nel 2009 un altro quadro dal titolo “Novecento” cattura l’interesse del pubblico e dei media. L’opera è una riflessione sul rapporto tra sesso e potere. Vengono rappresentati alcuni protagonisti della storia politica del novecento (Hitler, Stalin, Mussolini, Berlusconi) in atteggiamenti lascivi con eroine dei fumetti e porno star. L’opera viene ribattezzata dalla stampa “L’orgia del Cavaliere”. In primo piano Berlusconi a letto con Cicciolina. Il quadro è stato esposto due mesi prima che scoppiassero gli scandali dei festini nelle residenze di Silvio Berlusconi. L’opera è divenuta anche la copertina del libro di Paolo Guzzanti “Mignottocrazia”. Nello stesso anno in occasione della Fiera d’arte di Verona viene esposta l’opera “La madonna del Terzo Reich”. Durante la mostra l’opera viene notata dal gallerista Stefano Contini che la compra e propone all’artista di entrare a far parte degli artisti della sua Galleria. Nel 2011 Vittorio Sgarbi lo invita Veneziano a partecipare al Padiglione Italia della 54 Biennale di Venezia. Nella prestigiosa esposizione lagunare l’artista espone: “Solitamente vesto Prada”; il dipinto viene notato dagli stilisti Dolce&Gabbana che gli commissionano due nuove opere per la loro collezione. Nel 2012 Ivan Quaroni lo seleziona tra i 60 artisti italiani che partecipano alla Biennale Italia-Cina. Nel 2015 partecipa alle ExpoMilano invitato nella mostra “Tesori d’Italia”. Nel 2016 una sua opera è entrata a far parte della collezione permanente del Museo MACS di Catania. Nello stesso anno inizia una collaborazione con la Galleria “Kronsbein” di Monaco di Baviera. Nel 2019 una mostra dal titolo “Storytelling” realizzata dentro il Palazzo Ducale di Massa porta il nome Veneziano di nuovo sulle cronache nazionali per la presenza di un’opera dal titolo “LGBT”. Lo stesso anno realizza presso il Museo d’Arte Contemporanea Belmonte Riso di Palermo la mostra personale “Fantasy” a cura di Aurelio Pes. Dal 2019 una sua opera “La madonna del cannolo” è esposta in permanenza al Museo di Arte Contemporanea Palazzo Belmonte Riso di Palermo. Nel 2021 viene invitato dal Museo MART di Rovereto alla mostra “Botticelli. Il suo tempo e il nostro tempo”. Nello stesso anno realizza la mostra pubblica di sole sculture monumentali “The Blue Banana” in Piazza Duomo a Pietrasanta (LU) che risulta essere la mostra italiana più fotografata dell’anno. Inizia a realizzare le prime opere digitali ed è stato invitato nelle prima mostra pubblica in Europa di opere crypto NFT a Lugano dal titolo: The Future is Unwritten. Nel 2022 realizza la sua prima mostra personale a New York presso la “Space Gallery Soho”. Nello stesso anno Palazzo Pallavicini di Bologna lo invita a realizzare una mostra antologica nelle proprie sale.