Milano – “Trasparenze” è il titolo della personale di Carmine Caputo di Roccanova ospitata llo Spazio d’Arte Scoglio. In mostra 14 opere inedite realizzate dal 2020 al 2023.
La narrazione del ciclo delle “Trasparenze” si muove tutta su linee rette e figure geometriche triangolari nette e definite, che per l’artista e l’osservatore possono essere replicabili all’infinito, quindi oltre la stessa superfice della tela. Il nuovo ciclo pittorico di Caputo, lucano di nascita ma formatosi a Milano, si presenta come ulteriore sviluppo e ampiamento delle posizioni già espresse nel suo Manifesto sul “Manierismo geometrico” del 2005 dove l’evoluzione sintattico-geometrica della narrazione non si distoglie dalla convinzione che l’artista, per andare avanti senza cadere nell’errore di ripetere ciò che è già stato fatto e detto da altri prima di lui, debba dare maggiore dignità alla propria arte.
Indicato artisticamente da Luciano Caramel come “un caso anomalo, ma non isolato, e assai interessante, nell’ambito dell’astrazione geometrica, diviso com’è tra il bisogno di ordine e la coscienza dell’impraticabilità, oggi, di una razionalità a priori”, Carmine Caputo espone a Milano un nuovo nucleo di opere tutte costruite nella rigida dimensione del quadrato, che contengono una componente architettonica che disciplina non solo la forma ma anche lo spazio, senza tuttavia contenerlo.
Il rigore cromatico e il linguaggio delle forme che si viene a creare in un continuo sovrapporsi di strutture geometriche che sembrano cerchino di incastrarsi l’una con le altre, non solo è pulito e razionale, ma si rapporta con il fondo che appare come elemento di dialogo costante in un effetto tridimensionale.
Opere astratte che sono evidenti espressioni di un racconto più ampio, dove ognuna di esse è naturale proseguimento dell’altra, caratterizzate da una finitura del quadro che si sviluppa per continui accavallamenti e intersezioni, senza tuttavia andare a perdere la brillantezza del dipinto e dei colori. L’astrattismo di Caputo è destrutturazione di un’immagine che, proprio grazie all’espediente delle trasparenze, appare e scompare in continuazione a livello inconscio e crea, come sottolinea Alberto Veca, “una stretta connessione fra la realtà e il suo valore simbolico, in una relazione inscindibile fra il mondo fisico e quello mentale.”
La mostra continuerà sino al 5 giugno. Orari di apertura: Da martedì a venerdì dalle 17 alle 19. Negli altri orari e sabato e domenica solo su appuntamento. Ingresso libero
Cenni biografici
Carmine Caputo dopo aver conseguito i diplomi all’Accademia di Belle Arti a Milano, prima pittura e poi scultura, si laurea in architettura (1998) presso il Politecnico di Milano con una tesi su Luciano Baldessari (relatore Fulvio Irace). Nel 1983 vince la Rassegna San Fedele “Scultura giovani”. Nel 1984 partecipa ad “Italiart”, UNESCO, Parigi. Nel 1998 riceve l’incarico per una scultura al Cimitero Monumentale di Milano. Nel 2002 mostra personale da BAZART, Milano. Nel 2004 tiene la personale “Dettagli” da Vismara Arte a Milano presentato da Luciano Caramel. Nel 2005 scrive il “Manifesto del Manierismo geometrico” e, sempre nello stesso anno, è protagonista della mostra “Percorso” al palazzo Comunale di Roccanova (PZ) presentato da Andrea B. Del Guercio. Nel 2007 realizza un monumento per il quarto centenario della morte di Sant’Andrea Avellino a Castronuovo di Sant’Andrea (PZ). Nel 2010 espone insieme a Stefano Soddu nella mostra “Cerchioquadrato” alla Permanente di Milano. Nel 2011 partecipa alla mostra “Lo stato dell’arte” a Potenza nell’ambito della 54^ Biennale di Venezia. Nel 2016 partecipa alla collettiva “Le celle e la libertà” al Priamàr, i cancelli delle prigioni della fortezza di Savona, mentre nel 2022 partecipa alla collettiva “Sensibilità geometriche” al Castello di Vigevano. Vive e lavora tra Milano e Roccanova (PZ).