Milano- Dep Art Gallery si prepara a ospitare dal 23 ottobre (inaugurazione alle 18) la mostra “Giuseppe Uncini”, una lettura completa della sua produzione artistica, partendo dagli anni ’60 fino al 2007.
L’esposizione,realizzata in collaborazione con l’Archivio Uncini e con la curatela di Demetrio Paparoni, presenta una serie di lavori attraverso i quali è possibile esplorare i cicli principali dell’artista, tra i quali “Cementoarmato”, “Mattoni”, “Ombre”, “Dimore”, “Spazi di ferro” e “Architetture”.
Nel 1960, Uncini sottolinea il carattere innovativo del suo lavoro chiarendone le motivazioni: “Io lavoro con il cemento e il ferro”, afferma. “Questi materiali li uso con proprietà, nel senso che non li camuffo, che non me ne servo per trarre degli effetti particolari, al contrario li adopero come si adoperano nei cantieri, per costruire le case, i ponti e le strade, per costruire tutte le cose di cui l’uomo ha bisogno. Alla base di tutto questo c’è la necessità di costruire, di organizzarsi, c’è quel principio creativo che è all’origine di ogni progresso umano, questo è quanto nei miei oggetti voglio esprimere“.
Nell’opera di Uncini è evidente come la sua ricerca si sia evoluta dal vissuto e della sua esperienza personale, infatti durante la Seconda guerra mondiale, la famiglia di Uncini si trasferì da Fabriano a Cerreto d’Esi. Abbandonati gli studi, Uncini è profondamente influenzato dalle abilità manuali e tecniche osservate nei mestieri locali. Dopo la guerra, trasferitosi a Roma, inizia il suo tirocinio artistico. Negli anni Cinquanta il suo lavoro risente dell’opera degli astrattisti materici, ma sviluppa sin da subito la tendenza a conferire interesse ai materiali come terra, carbone e cemento. Sono gli anni della rinascita post-bellica segnati da iniziative artistiche soprattutto in città come Roma, Milano e Torino. In questo clima, già alla fine degli anni Cinquanta, Uncini mette a fuoco lavori dal carattere innovativo che, come testimoniano la critica e i tanti riconoscimenti ricevuti, rivestono un ruolo importante nella storia dell’arte italiana.
Questa nuova mostra alla Dep Art Gallery, con le sue 28 opere, propone un iter che dagli esordi ci porta alla fase conclusiva della sua vita, offendo a chi non ha familiarità con il suo lavoro la possibilità di comprendere perché Uncini è uno degli artisti più riconoscibili e apprezzati nella generazione del secondo dopoguerra.
La rassegna, accompagnata da un catalogo in italiano e inglese, comprensivo di apparati bio-bibliografici aggiornati e il testo del curatore Demetrio Paparoni, proseguirà sino al 27 gennaio 2024. Orari: da martedì a sabato 10.30 – 19.