Cesano Maderno – E’ dedicata alle ricerche recenti di Nadia Nespoli, la nuova personale dell’artista milanese, dal titolo Less is More in corso all’Auditorium Disarò (antica chiesa di Santo Stefano).
Stimolata dagli studi e dalle sperimentazioni nel campo dell’arte concettuale, da oltre un decennioNespoli si dedica alla produzione di opere visive informali, volte a esaltare la materia e il gesto. Intraprende così un’intensa ricerca per dare un significato concreto al rapporto fra presenza e assenza, tra ciò che si vede e ciò che non si vede. Un rapporto che l’artista ritiene indissolubile quando afferma che “il raccoglimento è l’invisibile”. L’arte, per Nadia Nespoli, è un esercizio necessario per spingere lo sguardo oltre la dimensione materiale.
L’esposizione a cura di Margherita Zanoletti presenta un nucleo di opere astratte tratte dalle serie Crochet (2018-), Nel segno (2019), Cucire i giorni (2022) e Meteora (2020) che descrivono la ricerca di Nespoli sull’essenziale, tema-fulcro del suo cammino artistico. Questi cicli di opere tracciano un percorso d’indagine coerente, costantemente giocato su addizione e sottrazione, ripetizione e cancellazione.
La serie Crochet include una collezione inedita di opere d’arte tessile, prodotte dal 2018 al 2023: sette tele monocromatiche realizzate a mano con la tessitura all’uncinetto. Queste opere recuperano e reinterpretano una tecnica tradizionale praticata dalle donne di diversi Paesi e culture, tra cui l’Italia. Ancora oggi come in passato, in molte regioni italiane la costruzione dell’uncinetto avviene punto per punto con tre elementi semplici, minimi: mani, uncino e filo. Utilizzando matasse di filo di cotone di diversi colori – bianco, rosso, arancione, viola, giallo, verde e blu -, Nespoli ha realizzato le sue tele senza mai disfarle durante l’esecuzione, con punti interrotti e ripresi, intervallati da nodi visibili. Ogni opera è il risultato tangibile di un processo lento, iterativo e meditativo ed evoca mani e dita che tessono un tessuto fatto di pieni e vuoti. Queste tele stimolano la riflessione e l’immaginazione dell’osservatore, illuminando lo spazio circostante.
Nel Segno è inclusa una serie inedita di dipinti informali su carta, dove tutto è al minimo. Si tratta di dieci rettangoli orientati verticalmente, in cui domina il bianco, intervallato da segni disegnati con la grafite e piccole tracce di colore che emergono dalla superficie. Mediante l’impiego di diverse tecniche, l’artista ha creato dieci varianti compositive basate su segni improvvisi, leggeri, minimi. Afferma l’artista: “Cancello e a un certo punto salvo un tratto, per ricomporre. Costringo lo spettatore a cercare e quindi fermarsi.” L’esercizio di chi osserva è quello di cogliere una storia, una figurazione o talvolta un pensiero, interpretando piccoli frammenti di gesto e di colore.
Cucire i giorni è invece una minuziosa installazione di pittura e arte tessile, composta da due elementi: un dipinto su stoffa, appeso alla parete, e un libro d’artista. Tutti i materiali impiegati sono materiali minimi, di scarto. La tela, un lenzuolo tessuto a mano, è una sorta di calendario/diario suddiviso in 64 riquadri, dipinti e ricamati uno ad uno per corrispondere ad altrettanti giorni di pittura e ricamo. Ciascun riquadro è lavorato con grafite, pittura a olio, collage e ricamo di cotone, e testimonia l’opera di stratificazione in cui l’artista ogni giorno ha dipinto e poi cancellato, lasciando agli occhi di chi guarda solo l’essenziale: un’ombra e una traccia della figurazione sottostante. L’apposizione del “punto lento” con il filo di cotone, bianco o rosso, richiama il tema del tempo e l’opera di cucitura e di ricucitura dei frammenti e degli strappi del presente. A corredo dell’“arazzo”, il libro d’artista riporta, giorno per giorno, i bozzetti realizzati e poi cancellati, corrispondenti ai giorni del calendario.
Completa l’esposizione Meteora, una serie di sculture informali prodotte unendo pezzi di carta, scarti di colore e garze, rimanenze recuperate. L’opera parte da una riflessione scaturita dalla recente esperienza dell’isolamento forzato dovuto all’emergenza sanitaria. “Avevamo bisogno di silenzio”, riflette Nadia Nespoli, “di togliere tutto il non necessario. Togliere per rimettere insieme”.
Cenni biografici
Nadia Nespoli vive e lavora a Milano. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera, ha all’attivo numerose mostre e installazioni, tra cui le più recenti La differenza, presso la chiesa di San Celso a Milano (personale, 2023), Visible/Invisible presso L’amour Art Space di Hangzhou, Cina (collettiva, 2022), Offerte di tempo, allestita presso lo Spazio Aperto San Fedele a Milano (personale, 2022), Rivelazione, ospitata nella chiesa sconsacrata di San Vittore e Quaranta Martiri a Milano (personale, 2021) e Immaginette contemporanee, realizzata per il Festival Sacrae Scenae di Ardesio, BG (personale, 2021). Nel 2012 fonda il Laboratorio Artemisia presso la Casa di reclusione di Milano – Bollate, curando progetti espositivi, tra cui una mostra presso il Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno, realizzata nel 2022.
La mostra proseguirà sino all’11 febbraio. Orari al pubblico: giovedì-venerdì 15.30-18.30; sabato e domenica 9.30-12.30/16-19; e su appuntamento (tel. 346 3757244). Ingresso libero e gratuito. Il 27 gennaio, alle 15.30, visita guidata con l’artista.