Milano – E’ uno dei massimi capolavori della pittura italiana, la tavola “Il Compianto sul Cristo morto” di Giovanni Bellini (Venezia 1435 circa – 1516), che dal 20 febbraio sarà visitabile al Museo diocesano. L’opera, che segna la maturità del pittore e sigla il suo ruolo di caposcuola della pittura veneziana proviene dai Musei Vaticani.
L’esposizione, curata da Nadia Righi, direttrice del Museo e Fabrizio Biferali del Reparto per l’Arte dei secoli XV-XVI dei Musei Vaticani, presenta la preziosa tavola, realizzata da Bellini intorno al 1475, che in origine costituiva la cimasa per la pala dell’altare maggiore della chiesa di San Francesco a Pesaro.
La scena raffigura il momento in cui il corpo di Cristo, prima della sepoltura, viene compianto e unto con olii profumati. In uno spazio ristretto e compresso, reso con un taglio fortemente scorciato dal basso verso l’alto che tiene conto dell’altezza a cui la tavola doveva trovarsi, risalta la presenza statuaria dei quattro personaggi: Cristo, Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo e la Maddalena, che tiene fra le sue mani quella di Gesù.
È proprio lo straordinario intreccio di mani a costituire il punto focale della rappresentazione: lì converge lo sguardo dello spettatore grazie alla magistrale orchestrazione di Bellini che, con una luce nitida e tersa e una netta alternanza fra chiari e scuri, guida l’occhio passando dalle gambe di Cristo abbandonate sul sepolcro alla ferita del costato ed è lì che si concentrano anche tutti gli sguardi dei personaggi.
Sullo sfondo, un cielo azzurro rivela la nuova apertura dell’artista nei confronti della natura e della resa atmosferica del paesaggio e, in questa opera, appare come segno di speranza.
L’esposizione si completa con una sezione intitolata Davanti a Bellini. Quattro artisti contemporanei in dialogo con un capolavoro, realizzata in collaborazione con Casa Testori e curata da Giuseppe Frangi, presidente dell’Associazione che presenta le opere di quattro autori contemporanei, LETIA Letizia Cariello, Emma Ciceri, Francesco De Grandi e Andrea Mastrovito, che si sono confrontati con il capolavoro belliniano, riflettendo sui temi suggeriti dall’opera, per testimoniare quanto la tavola del maestro veneziano sia in grado di toccare al cuore artisti del nostro tempo: il Compianto è infatti un capolavoro che travalica la sua dimensione storica, e che sollecita la sensibilità dell’uomo contemporaneo di fronte alla morte, al dolore, alla pietà e in particolare al valore della cura.
Il percorso si snoda in quattro spazi ben distinti dove, in sequenza, il visitatore troverà Per te Myriam di Migdel, un’installazione di LETIA Letizia Cariello dedicata alla figura della Maddalena. A seguire, Andrea Mastrovito con il grande frottage War Christ offre un’attualizzazione drammatica del tema belliniano; Emma Ciceri, nel delicatissimo video Studio di mani, rilegge in termini personali il motivo centrale del Compianto di Bellini; Francesco De Grandi reinterpreta con una grande tela l’iconografia del Compianto in termini contemporanei. Fino all’11 maggio, orari: martedì – domenica, 10-18.