Milano – Si intitola “Profumo di donna” la nuova personale dell’artista e designer della calzatura Aldo Pallanza in apertura allo Spazio Big Santa Marta dall’8 fino al 24 marzo.
Nel piccolo gioiello incastonato in un ex convento del 1200, la mostra, a cura di Fortunato D’Amico, racconta le opere di un vero maestro delle arti che con i suoi lavori ha esplorato, a partire dagli anni Novanta, l’anima dello sfaccettato mondo femminile calandosi nel labirinto infinito dei suoi intrecci. La figura femminile rappresentata da Pallanza è la donna elegante e sfuggente per la quale inventa raffinate calzature: un essere delicato, misterioso e inarrivabile, simbolo della sua personale ricerca della bellezza e dell’armonia.
Fin dai primi anni di attività, già agli inizi del dopoguerra, Pallanza dimostra le sue ampie capacità espressive e di rappresentazione mettendo a disposizione dell’industria calzaturiera la sua inventiva, la sua abilità tecnica, la sua continua ricerca di soluzioni originali che hanno portato un grande contributo alla promozione del prodotto Made in Italy nel mondo.
Una straordinaria carriera dedicata alla comprensione del mondo femminile, con un impegno costante nella creazione di calzature esclusive che per oltre mezzo secolo hanno vestito i piedi di milioni di donne – e tra queste l’icona della bellezza italiana, Sophia Loren – contribuendo ad esaltare la personalità unica di ciascuna di loro.
Le opere in mostra celebrano l’essenza e la complessità dell’universo femminile: dalla determinazione alla passione, dalla bellezza interiore alla seduzione, dalla grazia alla fine sensibilità. Ogni figura femminile rappresentata riflette sull’unicità di ogni donna e sulla sua capacità di lasciare un’impronta duratura nelle vite di coloro che incontra. Le sue rappresentazioni ritrattistiche femminili sono al passo con i cambiamenti culturali in atto nel mondo contemporaneo, sensibili ad una lettura sulla condizione della donna e del suo ruolo nella società moderna.
Una emancipazione femminile lenta, graduale ma significativa, che ha contribuito a creare una nuova consapevolezza sia maschile che femminile e che ha portato a radicali trasformazioni in molti settori della vita comunitaria. Il ruolo della moda, come dimostra il lavoro di Aldo Pallanza, ha anch’esso contribuito a suggerire proposte di cambiamento e rivendicazioni sociali oltre che a dare un volto ad alcune dinamiche di riforma.
L’abilità di Aldo Pallanza nel disegno si riflette nella sua arte, in cui le tecniche utilizzate per la produzione dei quadri – nello specifico astrattismo geometrico e materico – sono eccentriche e riprendono quelle impiegate per la creazione delle calzature. Un dispositivo di comunicazione in bilico tra figurativismo e astrattismo e in equilibrio armonico tra la componente decorativa e il significato più profondo legato alla condizione femminile. L’uso di materiali insoliti rispetto a quelli tipicamente associati ai quadri, conferisce alle opere un’aura unica e originale.
La visione artistica di Aldo Pallanza, ben rappresentata nell’esposizione milanese, riflette un’interpretazione ampia del ruolo dell’arte nella trasformazione della società, nonché il suo impatto nei cambiamenti sociali e nell’evoluzione culturale della figura femminile.
A corollario della mostra e nei giorni di esposizione lo spazio Big Santa Marta ospita un ciclo di conferenze aperte al pubblico sul tema della femminilità e dell’eros nell’arte.
“Profumo di donna” rimarrà in calendario sino al 24 marzo; orari: lunedì – sabato 10.30 – 18. Inaugurazione mostra giovedì 7 marzo alle 19.
Cenni biografici
Aldo Pallanza nasce nel 1922 a Vigevano, dove frequenta la Scuola di Disegno e Decorazione presso l’Istituto Roncalli con Luigi Barni. Designer calzaturiero di successo, affianca al lavoro la grande passione per la pittura, per lungo tempo figurativa e in seguito, dalla seconda metà degli anni Ottanta fino alle ultime produzioni del 2014, a carattere astratto-figurativo. Il graduale allontanamento dall’attività professionale coincide con un rinnovato impegno nel settore artistico. Non esita a rivisitare le opere del passato, di vari periodi, per dare loro nuova originalità con slancio creativo. Nel 1989 la partecipazione al primo concorso, a Vigevano, cui seguono numerose mostre collettive. Tra le personali si ricordano, a metà anni Novanta, quelle alla Galleria Sincron di Brescia, l’antologica di Palazzo Roncalli a Vigevano nel 1996 e altre ad Abbiategrasso, Mortara, Corbetta, Milano. Nel 2006, la personale ospitata nella Sala dell’Affresco del Castello di Vigevano. Sue opere sono esposte allo Sharjah Art Museum (Emirati Arabi), al MoMa di New York e alla Galleria Graphica di Caracas. E la più recente personale a fine 2022 negli spazi SuperStudioPiù a Milano.
Pallanza muore a Tromello nel 2017.