Milano – La personale di Theodoulos Polyviou “Un palazzo in esilio” in corso alla Fondazione Elpis si rifà a quanto avvenuto negli anni Cinquanta sull’isola di Cipro, quando l’Arcivescovo Makarios III° in un clima di tensione etnica nazionale, decise la costruzione di un nuovo palazzo arcivescovile, la cui architettura doveva evidenziare una nuova identità nazionale differente da quella imposta dalla precedente dominazione britannica.
Strutturata in tre distinti spazi, la mostra vede al piano terra un insieme di calchi originali provenienti dall’archivio dell’artista, quali elementi preludio al proseguo dell’esposizione.
A definire la struttura del primo piano è la collaborazione tra l’artista e l’architetto Loukis Menelaou che si riferisce virtualmente al concorso del 1950 sotto forma di video installazione accompagnata da un modulo architettonico proveniente dal soffitto della Fondazione Elpis.
A chiusura del percorso espositivo concorre una serie di collages composti da annunci pubblicitari ricavati dai giornali greci, britannici e locali degli anni Cinquanta stirati su teli di alluminio che mettono in evidenza le stagioni che in quel periodo percorrevano Cipro.
Accanto ai disegni compare un candelabro ricavato da una impalcatura che sostiene le candele votive ecclesiastiche, la cui fattura è composta da un laboratorio sito di fronte all’attuale palazzo Arcivescovile di Nicosia.
Theodoulos Polyviou – “Un palazzo in esilio” – Milano – Fondazione Elpis, Via Lamarmora 26. Fino al 7 luglio. Orari: da giovedì a domenica 12-19.
Ph. Fabrizio Vatieri
Mauro Bianchini