Ceglie Messapica (BR) – Protagonista del secondo appuntamento della stagione espositiva di Dep Art Out nella sede estiva a è Herman de Vries. Il 28 luglio, dalle 18 alle 21, si terrà la serata-evento “be here now” durante la quale saranno presentati tre lavori inediti realizzati dall’artista olandese per gli spazi del trullo, due dei quali con materiali naturali provenienti dalla zona.

Durante la serata, organizzata in collaborazione con la Settantotto Gallery di Gent, interverrà il critico d’arte Roberto Lacarbonara. Il titolo della mostra, be here now (essere qui ora) tratto da un celebre saggio dello psicologo statunitense Ram Dass, studioso della psichedelia e degli effetti delle sostanze LSD, conferisce massima centralità a un principio Zen legato alla presenza e alla percezione di sé, dello spazio e del tempo. Condizione ribadita dalla breve durata dell’esposizione, una sola notte, come in un irripetibile appuntamento.

All’interno dello spazio circolare del trullo, de Vries compone un’installazione ambientale in tre parti, quasi con l’idea di “mettere a dimora” gli elementi naturali prescelti per la costruzione dell’opera e posizionati a contatto con la pietra del pavimento.

La produzione dell’artista olandese, da oltre mezzo secolo, è orientata alla raccolta e organizzazione di materiali organici, spesso prelevati dal contesto espositivo e collocati secondo forme geometriche elementari: una modalità che deriva dalle prime astrazioni geometriche degli anni Sessanta e Settanta, note con il nome di “random objectivation” (oggettivazioni casuali).

Al centro dello spazio, l’opera chance & change è composta da due parallelepipedi di legno che, nonostante le medesime dimensioni e materiali, mostrano stati vitali differenti: un primo solido appare perfettamente squadrato, chiaro e netto nel suo volume, nel colore, nella compattezza lignea; il secondo reca segni di decomposizione per effetto del tempo e di differenti cause di consunzione (il fuoco, l’acqua). I processi di cambiamento e transitorietà agiscono sulle cose trasformandone aspetto e struttura, rivelando la vitalità di ogni elemento, la sua incessante trasformazione all’interno del ciclo naturale.

Ai lati della coppia di sculture, due cerchi di vegetazione locale – uno composto con foglie di castagno, l’alto con foglie di maquis– richiamano la forma architettonica dell’edificio e la sua funzione rurale, alludendo alla contiguità tra elementi primari e materiali costruttivi, celebrando la relazione organica e vitale tra uomo e natura.