Milano – E’ rivolta al mondo spirituale l’arte di Pietro Coletta legata ai numerosi viaggi in Africa e in India, cui si affianca l’influenza e la radicata conoscenza della modernità artistica occidentale. Un corpus di opere, che immerge il pubblico nella poetica dell’artista sarà esposto dal 13 febbraio alla Paula Seegy Gallery sotto il titolo “Mostrare l’Invisibile”. La mostra, a cura di Luigi Sansone, presenta in particolare lavori scultorei, realizzati a tecnica mista, dagli anni Novanta ad oggi, caratterizzati dall’essenzialità e da una composizione minimalista, che mettono in luce la costante ricerca di Coletta orientata all’indagine di spazi e atmosfere trascendentali, della natura, delle origini e del destino dell’uomo. Riferimenti indiscussi all’interno della sua opera sono infatti fra gli altri, Umberto Boccioni e Kazimir Malevich.
“Nel suo studio, estraniandosi dalla realtà, nel silenzio interiore, crea opere cariche di significati reconditi, legando indissolubilmente la sua passione artistica con la ricerca spirituale. Precisa il curatore della mostra – Coletta è in perfetta sintonia con il pensiero espresso da Kandinsky, il quale affermava che l’arte dovrebbe esprimere la spiritualità interiore dell’artista attraverso forme e colori astratti”.
L’artista sceglie per la creazione delle sue sculture, a tutto tondo o a parete, materiali poveri quali il rame, l’ottone, il ferro, il legno e la pietra mentre per quanto concerne il colore viene inserito attraverso patine, pennellate di rame e argento liquido, bruciature, biacca, pigmenti, fili metallici di vario genere.
“La scultura è il mezzo che io utilizzo per esprimere la parte più profonda e misteriosa del mio essere, dove le intuizioni giungono a squarciare il velo che mi separa dalla Totalità.- Spiega Coletta. – Nella mia scultura cerco l’Anima della materia. Ogni forma di vita possiede un’Anima; in ogni forma di vita sono presenti molteplici energie. Solo se considero la materia davanti a me come viva posso entrare in contatto con l’Anima che vi si nasconde, fondermi in essa e rendere il lavoro vivo”.
Un tratto distintivo legato alle opere parietali sono le forme geometriche irregolari che si impossessano dello spazio circostante e si combinano con la “luce”, un altro elemento imprescindibile della sua poetica.
Questo binomio emerge forte in opere recenti come Vibrazioni occulte, Vibrazioni dell’inconscio e Compenetrazione (2024), sculture che si caratterizzano per l’uso di tavole assemblate in forme poligonali che creano composizioni dinamiche e innovative. L’uso della fiamma ossidrica conferisce profondità visiva, mentre fili metallici intrecciati generano giochi di luce e movimento, evocando un senso di trasformazione continua. La luce, elemento centrale, assume un valore simbolico, rappresentando la rivelazione e il contrasto tra fisico e spirituale, influenzata da teorie medievali sulla sua essenza creativa. Altre opere, come Apparizione ancestrale (2020), esplorano temi di memoria e spiritualità attraverso materiali e simboli che richiamano culture e riti lontani, trasportando l’osservatore in dimensioni sacre. In questi lavori, il dialogo tra luce e ombra sottolinea il mistero e l’invito a superare le apparenze per raggiungere una dimensione trascendente.
In tutta la ricca produzione artistica di Coletta, di cui la mostra alla Paula Seegy Gallery rappresenta un approfondito excursus, la luce prevale sulla materia, conferendo alle opere un’aura mistica e profonda, un’essenza che trascende la fisicità.
L’esposizione che si inaugurerà nella sede della galleria in via San Maurilio .alle 18 Proseguirà sino al 27 marzo. Orari al pubblico: da martedì a sabato, 12 – 19. Ingresso libero
Cenni biografici
Pietro Coletta nasce a Bari il 2 dicembre 1948. Nel 1967 si trasferisce a Milano e si iscrive all’Accademia di Brera, dove frequenta i corsi di scultura di Marino Marini, Alik Cavaliere e Lorenzo Pepe. Nel 1969 prende uno studio in Corso Garibaldi, dove tuttora lavora e vive.
Sono seguite importanti partecipazioni a molte delle principali rassegne espositive nazionali e internazionali: dal Premio San Fedele di Milano al XV Festival dei Due Mondi di Spoleto; dalla Quadriennale di Roma del 1975 a Pittura Ambiente al Palazzo Reale di Milano nel 1979, alla Lenbachhaus di Monaco, alla Hayward Gallery di Londra in Arte Italiana 1960-82, alla Power Gallery di Sydney e all’University Art Museum di Brisbane, alla Biennale di Venezia, Padiglione Italia. Nel 1984 partecipa a “Costruire l’illusione” presso l’ELAC di Arte Contemporanea del Comune di Lione. Nel 1987 il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano ospita una sua personale.
Nel 1990 ha esposto alla Biennale di Toyama in Giappone; seguono le esposizioni in Sud America presso il Museo Sofia Imber di Caracas, al Museo di Bogotà e a Buenos Aires; nel 1995 espone nuovamente in Italia e inaugura l’installazione permanente al Museo d’Arte Contemporanea di Tortolì. Nel 2004 ha partecipato a “Scultura italiana 1960-2004” al Parco Scultura “La Palomba” di Matera e alla Fondazione Mudima di Milano. Nel 2005 ha partecipato alla rassegna “La scultura italiana del XX secolo” alla Fondazione Arnaldo Pomodoro a Milano. Si ricordano nel 2006 “Mitos — Miti e archetipi nel mare della conoscenza” al Museo Bizantino e Cristiano di Atene, così come a Tirana, Montecarlo e Cipro. Nel 2007 “Spirit into Shape. Contemporary Italian Sculpture” presso la sede dell’Ambasciata Italiana a Washington. Nel 2009 crea l’installazione permanente “Essenza del volo, volo dell’essenza” alla UCLA (Università di Los Angeles). Nel 2013 alcune sculture vengono richieste per la mostra “International Sculpture” 2013 all’Hangaram Museum di Seoul; realizza una importante personale presso la Fondazione Mudima di Milano, presentando grandi installazioni. Dal 2010 al 2015 è stato docente di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e, dal 2016, è membro dell’Accademia Nazionale di San Luca di Roma. Alcune sue opere sono state esposte anche in sedi istituzionali, tra cui il cortile del Conservatorio, la Biblioteca Sormani e Palazzo della Permanente a Milano. Dal 2017 al 2025 è presente in mostre personali e collettive in diverse gallerie e fiere italiane.