Milano-Spazio-Roseto-Salvatore-Garau-Qualcosa-accade-sopra-e-sotto-la-citta-che-non-esiste-pia-2025.-Acrilico-e-grafite-su-telone-PVC-216x300Milano – Dopo il clamore suscitato con “Io Sono” e “Davanti a te”, le prime due sculture immateriali vendute all’asta nel 2021 rispettivamente a 15mila e 28mila euro, Salvatore Garau torna a Milano allo Spazio Roseto di Corso Garibaldi  con la mostra “CORPO non CORPO”, a cura di Milo Goj con testo critico in catalogo di Lóránd Hegyi.

Organizzata da Art Relation e promossa da Roseto e Jarvés in occasione della Milano Design Week 2025, a sottolineare una volta di più il legame fra impresa, arte e tessuto cittadino, l’esposizione presenta quindici tele di grande formato e due video, uno dei quali inedito, che raccontano nell’unione fra il corpo della pittura e il non corpo dell’immateriale l’interesse che l’artista ha sempre avuto per la materia e, allo stesso tempo, per lo spirito.

Una narrazione sulla presenza e l’assenza, sul visibile e sull’indefinito, tema già anticipato da Garau nella sua prima personale da Cannaviello nel 1984, con grandi tele nere allestite su pareti nere.

Milano-Spazio-Roseto-Salvatore-Garau-Universita-immateriale-per-la-protezione-del-verde-2025.-Acrilico-e-grafite-su-tela-cm175x127-219x300“Da una parte, dunque, una pura forma astratta, atemporale, trasparente” – come sottolinea nel suo testo in catalogo Lóránd Hegyi – “dall’altra una materialità sensuale, tangibile, imperscrutabile, soggetta a un permanente e intenso processo di trasformazione.”

Oggi, a oltre quarant’anni di distanza, quella stessa riflessione torna in una nuova forma poetica e plastica dove la separazione fra ciò che è fisico e ciò che è mentale si dissolve, suggerendo la realtà come una coesistenza dinamica fra materia e immateriale.

In un’epoca in cui la tecnologia e l’intelligenza artificiale dominano ogni aspetto della nostra vita, Garau ritiene che sia più che mai necessario riconoscere le peculiarità invisibili che ci rendono unici, speciali, e che neanche l’IA potrà mai replicare.

Un esempio significativo di questo contrasto è il video Autoritratto del 2022, presentato per la prima volta in questa mostra. Un ossimoro per eccellenza, un’opera immateriale che si rivela iperrealista, dove non è più l’artista a imitare il modello, ma è il modello a imitare l’artista. Un pensiero che, con estrema semplicità, coglie il senso profondo dell’esistenza.

11B_Salvatore_Garau_Le_luci_si_nascondono_dietro_il_viola_2025_-220x300Le quindici opere su tela e su teloni PVC riciclati provenienti dalle pubblicità dismesse, dominate soprattutto dal verde e dal viola sacrale, rappresentano invece la parte tangibile della mostra. Titoli come Università Immateriale di estrema Sapienza invitano a riprendere possesso della nostra immaginazione, senza la quale, sempre più, l’uomo si allinea al pensiero comune perdendo la propria indipendenza e umanità.

Con “CORPO non CORPO”  Garau espande il concetto di realtà, facendo sì che l’immateriale acquisisca una rilevanza pari a quella della materia stessa, un concetto che ci spinge a riflettere su come percepiamo il mondo e sulle infinite possibilità che si celano dietro l’apparire. La mostra, in calendario sino all’11 maggio è aperta al pubblico nei seguenti orari: dl lunedì a domenica dalle 10 alle 19.

Cenni biografici

Milano-Spazio-Roseto-Salvatore-Garau-foto-di-Paolo-Sanna-Caria-200x300Salvatore Garau, nato a Santa Giusta (Oristano) nel 1953, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1974. Dal 1976 al 1983 entra a far parte del gruppo di rock d’avanguardia degli Stormy Six. La prima personale è del 1984 nello Studio Cannaviello di Milano, seguiranno personali a Lugano, Losanna, Barcellona, San Francisco, Washington, Strasburgo, Londra. Due le presenze di Garau alla Biennale d’Arte di Venezia, nel 2003 e 2011. Negli ultimi anni ha esposto nei musei di Saint-Étienne, Cordoba, Brasilia, San Paolo, Montevideo. Nel 2017 ha scritto e diretto “La tela” docufilm girato in un carcere di Massima Sicurezza in Sardegna con la fotografia di Fabio Olmi. Nel 2019 ha girato un docu-thriller prendendo spunto dalle ultime opere “Futuri affreschi italiani” (Pale d’Altare per altri pianeti). I due film sono invitati e premiati in decine di festival in tutto il mondo. Nel 2021 la vendita all’asta delle opere immateriali “io sono” e cinque mesi dopo “Davanti a te” hanno creato accesi dibattiti in tutto il mondo.

 

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