Lo spazio Larthia riprende vigore. Esiste da tempo a Laveno, come luogo per occasioni espositive; ora riparte, queste le intenzioni, non soltanto riproponendo manifestazioni artistiche, ma aprendosi, fin dove è possibile, a coinvolgere la sfera sociale. Ne parliamo con uno degli animatori, l'artista Rino Destino, che dell'associazione culturale è vice presidente.
Destino, da dove muove questa rinascita di Larthia?
"Nasce soprattutto dal desiderio di far incidere l'arte nel sociale, allargare le possibilità dell'arte. Dare una nuova identità culturale a Laveno ed anche al territorio. Ma vuole anche porsi al servizio di chi ha problemi e attraverso l'arte può in qualche modo trovare una terapia".
Dov'è situata, per chi legge e non è di Laveno?
"Ha sede sul lungolago De Angeli, a fianco di un altro spazio espositivo, che si occupa prevalentemente di arte varesina otto-novecentesca. Ci divide solo un ristorante".
Larthia ha dietro di sé una nutrita compagine.
"Oltre a me, i fondatori sono Giuliana Caprioglio, presidente e docente di arte iconografica, i consiglieri Massimo Passerella, Carmelo Rivera e Salvatore Silvestri, esperto di maestri dell'arte locale".
Dunque, partiamo dai programmi espositivi.
"Subito ci sarà una mostra micologica, a settembre. Ad ottobre, l'intenzione è quella di allestire una estemporanea di pittura dedicata a Laveno e al suo golfo. Vorremmo riuscire a portare delle houseboats, proprio nel golfo lavenese, per permettere agli artisti di dipingere sia a terra che dall'acqua. Ci piacerebbe ricreare una sorta di atmosfera parigina ma lacustre".
Bella idea. Le estemporanee stanno avendo successo in provincia, con pittori che spesso vengono anche da fuori.
"Esatto, il progetto sarebbe quello di creare un circuito virtuoso di queste iniziative, non lasciarle ognuna per conto suo; mi immagino che anche questo possa aiutare a garantire una identità culturale al territorio e un forte richiamo turistico".
Altri progetti futuri?
"Stiamo lavorando ad un discorso di contaminazioni fra le arti, insieme a Giovanni Dacò, giornalista e poeta. Quello che ci piacerebbe poter realizzare – sarebbe splendido in uno spazio aperto – è una improvvisazione poetica, su un tappeto musicale, proiettando giochi di luce sulle opere d'arte".
Passiamo al sociale. Che programmi ci sono?
"Io ho avuto esperienze trascorse di coinvolgimenti di soggetti con problemi psichici aiutati con la pittura. L'idea è quella di realizzare dei corsi d'arte, di pittura, di scultura, di grafica, coinvolgendo anche soggetti disabili, in maniera libera. Vale a dire creando le condizioni perché la creatività sia libera di esprimersi, fuori da griglie o condizionamenti".
Corsi particolari?
"Sicuramente quello dedicato alle icone, condotti da Giuliana Caprioglio, con tecniche originali attinte dalla tradizione bizantina. Il corso inizierà a fine settembre e si concluderà a Pasqua, per dare il tempo a tutti di creare una propria opera da esporre probabilmente in una collettiva. Poi sicuramente i corsi di grafica, dalla lastra al foglio, avendo la possibilità di utilizzare un torchio nostro. Ci piacerebbe poi impostare corsi di ceramica, appoggiandoci a qualcuno che possa fornirci un forno".
Un problema che a Laveno non dovrebbe essere difficile da risolvere. E come si sosterrà economicamente Larthia?
"Speriamo in contributi. Lo spazio ha un affitto non basso. Sono allo studio forme di tesseramento per soci, ci saranno dei costi minimi di iscrizione ai corsi e all'estemporanea di pittura. Confidiamo in altri aiuti".
E Rino Destino?
"Continuo il mio discorso sullo Sferismo. Dopo la mostra a Villa Cagnola, ho la certezza di una nuova esposizione la prossima primavera a Leggiuno. E forse, ma non diciamo troppo per scaramanzia, potrebbe succedere qualcosa a New York, prima della fine dell'anno".