Milano – E’ la prima mostra postuma di uno degli artisti contemporanei più amati dal pubblico, Fernando Botero (1932-2023), quella che si è appena aperta oggi (23 novembre) al Museo della Permanente. “Via Crucis“, questo il titolo è una collezione che suona oggi come un vero e proprio testamento spirituale. La Passione di Cristo è un ciclo di opere composto da 27 olii e 33 carte realizzate dall’artista tra il 2010 e il 2011 nelle quali emerge la tematica religiosa, molto importante per il pittore.
“L’arte è una tregua spirituale e immateriale dalle difficoltà della vita” diceva l’artista…
Una tematica, quella religiosa, vicina al maestro sin dalla sua prima infanzia trascorsa in quella Colombia così ricca di immagini devozionali, tanto nell’ambito pubblico che in quello privato, e pratiche religiose profondamente radicate nella cultura e nell’iconografia.
I colori e le forme morbide al tempo stesso tanto concrete, tipici della sua opera in questa serie vengono attraversate da uno sconvolgimento in cui dolore e tragedia si mescolano, esaltando il linguaggio figurativo che caratterizza l’artista. Opere nelle quali il dramma fa la propria incursione: un’evoluzione e un arricchimento del corpus di Botero. Il tono ironico che permea di solito le sue opere qui viene sostituito da quello della pietas per portare il visitatore a riflettere sulla poesia, il dramma e la potenza rappresentati della Passione di Cristo.
La mostra è arrivata al cuore di Medellín, città natale di Botero, durante la settimana di Pasqua del 2012, per i festeggiamenti per gli ottant’anni di vita dell’artista. In quell’occasione il pittore ha deciso di donare la serie al Museo di Antioquia che oggi la presenta per la prima volta postuma alla recente morte del Maestro.
L’esposizione, nelle sale di via Turati, rimarrà in calendario sino al 4 febbraio. Orari al pubblico: dal lunedì al venerdì 10-18; sabato 10-20; domenica 10-18
Cenni biografici
Fernando Botero è uno dei grandi maestri della contemporaneità: pittore, scultore e disegnatore. Il suo stile inconfondibile lo ha collocato di diritto tra i più importanti artisti che portano avanti la tradizione pittorica nel XX e XXI secolo.
A ventiquattro anni dipinge una natura morta con mandolino. In quell’occasione, per la prima volta, l’artista colombiano enfatizza uno degli elementi ritratti aumentandone le dimensioni come mai si era visto prima. Passa poco tempo perché lo stesso trattamento venga applicato anche ai corpi umani, oltre che agli oggetti, creando uno stile che è divenuto un vero e proprio marchio di fabbrica. Botero non dipinge corpi grassi ma, come lui stesso dichiara, dipinge volumi.
Da allora Botero costruisce mondi sensuali, popolati di personaggi ricchi di un piacere immenso e felice, attraverso quell’abbondanza tranquilla e suntuosa delle forme che trova la sua maturità verso la fine degli anni ‘70. Il suo lavoro si pone nel solco della grande tradizione pittorica occidentale, attraverso omaggi, reinvenzioni, citazioni ma anche nell’approccio formale e nelle tematiche. Tra i riferimenti che Botero interpreta in modo amplificativo – mai semplicemente imitativo – le opere di Paolo Uccello, Peter Paul Rubens, Diego Velázquez, Paul Cézanne e Pablo Picasso.
Botero è un artista che pensa attraverso la pittura. Esistono molteplici livelli di lettura e interpretazione della sua opera.
Via Crucis, mette a nudo e svela uno degli aspetti più intimi e privati del Maestro: il suo rapporto con l’eterno e la religione.
04 Febbraio 2024